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giovedì 27 settembre 2018

NON SI PUO' CREARE CRESCITA SOSTENIBILE CON I DEBITI.



Repetita iuvant ..era maggio 2016 nulla e' cambiato.

(Provate a sostituire il nome di Padoan con Di Maio e Renzi con Conte e vedrete che il risultato non cambia.)


Nei mesi scorsi abbiamo evidenziato varie volte le insofferenze ed il nervosismo del ministro dell'economia Padoan (ed a volte del PdCM Renzi) rispetto alla questione della "elasticità" delle finanze pubbliche, che tradotto in soldoni vuol dire fregarsene del patto di stabilita' e della buona gestione del budget che ha condotto il paese ad ottenere uno dei maggiori avanzi primari della UE.

Invece di concentrarsi ora nella riduzione del debito, che richiederebbe misure strutturali evidentemente difficili da far digerire all'elettorato "d'ordine" che sostiene la maggioranza, si tende piuttosto a cercare di "drogare" la ripresa economica aprendo ulteriormente i cordoni della già faraonica spesa pubblica per agire dal lato della domanda (pubblica).


Dimenticando che a finanziare questa spesa dovrebbero essere i conti dei già tartassati cittadini dell'ex bel paese, sottraendo in tal modo risorse alla spesa (e quindi alla domanda) privata.

A ricordarlo al ministro, dopo che più modestamente abbiamo cercato difarlo noi nei mesi scorsi, ci pensa ora un intervento del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, in una intervista rilasciata nel corso del suo recente passaggio nella nostra capitale.

Riconfermiamo che per quanto ci riguarda, la spesa pubblica va ridotta in termini assoluti, riqualificata, razionalizzata agendo dal lato degli sprechi e delle inefficienze, che consentirebbero di recuperare risorse da destinare agli scopi che dovrebbero costituire l'essenza dell'opera pubblica, come: politica estera, ordine e sicurezza, infrastrutture strategiche, eliminazione agli ostacoli alla libera impresa, detassazione del lavoro, lotta agli sprechi, ai monopoli, alle rendite di posizione improduttive.

OK, ora dopo aver sognato due minuti, possiamo ritornare alla realtà e considerare che l'orizzonte della politica arriva nella migliore delle ipotesi alle prossime elezioni ed al mantenimento del consenso elettorale.

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