Diretta Spread

lunedì 2 aprile 2018

FREGANDOSENE DEGLI "ALTRI" NON SI RENDE UN BUON SERVIZIO NEPPURE A NOI STESSI



Riceviamo giornalmente richieste di postare "riflessioni" (?) o meglio "lamentazioni" sullo stile "prima gli italiani", come quella sottostante.

Vedasi discussione su nostro gruppo FaceBook



Discorsi di sicuro impatto nelle menti di cittadini perennemente incazzati (anche a ragione), ma oltremodo semplicistico e strumentale, funzionale piu' che altro al raccatto di qualche click nella migliore delle ipotesi o qualche sostanziosa percentuale alle elezioni, come successo in occasione delle recentissime politiche.

Invitiamo i nostri lettori a rendersi conto che:
  1. I cittadini italiani già godono di uno dei più alti standard di vita del mondo e non sarà certamente la % del PIL spesa in aiuto allo sviluppo che farà la differenza, quanto piuttosto gli sprechi e le ruberie generalizzate che caratterizzano la gestione della "cosa pubblica" nel paese;
  2. Non si aiuta gratuitamente ma in quanto la pace e la stabilità nelle regioni limitrofe garantisce anche la nostra nel breve – lungo termine;
  3. Aiutare gli altri paesi significa anche stabilire relazioni di carattere politico, economico e commerciale, di comune interesse per la crescita economica;
  4. Aiutare lo sviluppo di certi paesi evita anche afflusso dei c.d. “migranti economici” con tutti i problemi di carattere socio-economico annessi (o li aiutiamo a "casa loro" ma come si deve e non a chiacchiere, oppure ce li ritroviamo in casa, tertium non datur).

Quindi, prima di trarre conclusioni affrettate da frasi ad effetto che parlano "alla pancia" piuttosto che al cervello, sarebbe il caso di pensare bene agli impatti di certe scelte.

domenica 1 aprile 2018

PROPOSTA MINIMA DI UN PIANO DI PACE IN PALESTINA (2002)


 

1      OCCUPAZIONE MILITARE

Ritiro immediato esercito israeliano da territori occupati [1].

2      INSEDIAMENTI

Blocco immediato degli insediamenti nei territori occupati ed abbandono di quelli già costituiti, da completarsi entro 12 mesi dalla firma dell’accordo.

3      FORZA D’INTERPOSIZIONE

Dispiegamento di una forza d’interposizione da dislocarsi esclusivamente nei territori amministrati dall’ANP.

3.1      Funzioni:

·         Forza d’interposizione fra le parti a salvaguardia dell’accordo;
·         Ricostituzione ed addestramento delle forze di sicurezza dell’ANP
·         Funzioni di polizia ed antiterrorismo in affiancamento alle forze di sicurezza dell’ANP;
·         Raccolta, stoccaggio e sorveglianza delle armi consegnate in accordo al punto 4 del presente accordo

3.2      Fondamento normativo

·         Il piano di pace assume un’accettazione da entrambe le parti delle clausole in esso contenute. In questo caso, la azioni della forza d’interposizione si fondano sul Capitolo VI (Risoluzione pacifica delle dispute) della carta delle Nazioni Unite, specificamente l’art.36.
·         L’uso di strumenti militari è regolato al Cap.VII (Azioni nei confronti di minacce alla pace, violazione della pace ed atti di aggressione).
·         Azioni di interposizione militare come quella in oggetto e come molte altre condotte dalle NU negli ultimi anni (le cosiddette “Forze di Pace”) si situano in una zona di confine tra Cap.VI e VII, venendo definite per questo motivo “capitolo sei e mezzo”) dall’ex Segretario Generale dell’ONU Dag Hammarskjold.

4      ARMI ED ESPLOSIVI

·         Consegna di tutte le armi pesanti ed esplosivi, in possesso di privati o gruppi paramilitari operanti all’interno del territorio amministrato dall’ANP, ai rappresentanti della forza d’interposizione.
·         La consegna dovrà essere effettuata in modi e tempi da definirsi, trascorsi i quali la forza d’interposizione, coadiuvata ove necessario da reparti dell’ANP, procederà alla requisizione coatta.
·         Agli inadempienti saranno comminate sanzioni da definirsi.
·         Israele potrà richiedere ed ottenere la presenza di propri osservatori.

5      AMMINISTRAZIONE ANP

I territori della Palestina saranno affidati alle Nazioni Unite in regime di Amministrazione Fiduciaria, secondo le seguenti linee guida:

a)    maggior devoluzione possibile di funzioni alla struttura amministrativa gestita attualmente dall’ANP, in accordo ai progressi di cui al punto 5-b);
b)    Ricostruzione e riqualificazione  delle strutture logistiche e del personale amministrativo dell’ANP

La soluzione prospettata è possibile secondo il diritto internazionale in quanto la Palestina non ha ancora ufficialmente proclamato l’indipendenza e rientra quindi nell’ambito regolato dal Cap. XII della Carta delle NU (Sistema Fiduciario Internazionale).
Ciò consente di dare forza normativa alle attività di polizia interna ed antiterrorismo specificati ai punti 3 e 4.

L’amministrazione ONU, in collaborazione con le autorità dell’ANP, avrà il compito di preparare di nuove elezioni entro un lasso di tempo da definirsi in accordo al progresso del processo di pace, ma comunque nel più breve tempo possibile.

Obiettivo: proclamazione dello Stato di Palestina e graduale disimpegno delle NU

6      GARANZIA ISRAELE

Concreta garanzia unilaterale da parte delle maggiori potenze (necessarie USA, Russia, Unione Europea; desiderabili Cina e Giappone) allo Stato d’Israele riguardo al mantenimento della sua indipendenza e della sua integrità territoriale.

7      GARANZIA PALESTINA

Garanzia da parte delle maggiori potenze al futuro Stato Palestinese riguardo al mantenimento della sua indipendenza e della sua integrità territoriale. Divieto per il futuro Stato Palestinese di procedere a fusioni o annessioni o concludere accordi  che implichino una cessione della propria sovranità territoriale con qualsiasi altro Stato per una durata di novantanove anni a meno di nulla osta in merito espresso dallo Stato di Israele. Sono fatte salve gli accordi bilaterali e multilaterali, le partecipazioni ad associazioni regionali ed internazionali, anche di carattere militare e le unioni doganali.

8      AIUTI ALLO SVILUPPO

Per il mantenimento di una situazione di pace è indispensabile che siano presenti le condizioni minime per lo svolgimento di una vita civile. Le infrastrutture presenti dovranno essere ricostruite e/o rese funzionanti nel quadro dei programmi di sviluppo delle NU e finanziati espressamente da fondi di paesi donatori, da identificarsi principalmente in alcuni paesi facenti parte della Lega Araba, nell’UE e negli USA

9      UNIONE EUROPEA

Se richiesto da Israele, inizio negoziati UE-Israele riguardo ad una collaborazione rafforzata ed eventuale partecipazione a pieno titolo.

10  GERUSALEMME

Mantenimento dello status quo di Gerusalemme per un periodo di dieci anni. Apertura immediata di trattative fra le due parti (con la mediazione di un rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite che, su richiesta, può presentare anche proposte di soluzione della controversia), per un assetto definitivo della città sulla base del principio “due stati, una capitale”. Punto critico del sistema!

11  RISORSE IDRICHE

Un trattato bilaterale ad hoc avrà il compito di regolare l’accesso alle fonti d’approvvigionamento idrico comuni ai due paesi.

12  CONTINUITÀ TERRITORIALE

Una autostrada ed una ferrovia a sovranità palestinese saranno costruite per assicurare il collegamento fra i territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania (West Bank). I fondi saranno messi a disposizione dai paesi di cui all’art.8.

13  RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

Impegno per le parti contraenti di risolvere qualsiasi controversia relativa all’interpretazione del presente accordo, nonché relativamente ad ogni questione che dovesse sorgere nell’avvenire, attraverso le procedure arbitrali e/o giudiziarie internazionali poste in essere nell’ambito della Corte Internazionale di Giustizia [2].



[1] Imprescindibile è nel piano di pace è il rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare le quali le “storiche”  242 (1967) e 338 (1973).

[2] Trattati internazionali e relative procedure di composizione presuppongono l’esistenza di Entità Sovrane e quindi dovranno essere formalizzati al momento della proclamazione dello Stato Palestinese.

L'IGNORANZA RIMANE UN DISVALORE

L'ITALIA  è ricca di cultura ma vive di rendita su un passato glorioso fondato da una ristretta élite illuminata secoli fa ... e come nel passato, la maggioranza di noi italiani siamo ignoranti e pure presuntuosi. 

Ora, questo deficit si riflette in molti campi, dalla "cultura" propriamente detta; alla ricerca scientifica; alla registrazione di brevetti stagnante, con conseguente "obsolescenza" del paese; all'economia; alla politica.

Ora, se è vero che l'essenza della Democrazia è che tutti possano accedere alla politica, dal contadino, all'operaio, al barone universitario e che la visione "elitista" per cui solo chi fosse ai vertici della sapienza potesse ambire a prendere possesso delle leve del governo è stata superata da tempo, ciò non significa che si debba passare all'estremo opposto di coloro i quali giudicano solo in base al "pezzo di carta" ed invece considerare l'ignoranza un valore o un elemento "neutro".

Nel campo specifico della politica abbiamo ormai "sdoganato" l'assenza di una formazione specifica in materie come il diritto e l'economia un "valore" nel senso di un malinteso rinnovamento. 

Va detto, per onestà intellettuale, che ci sono altri metodi per giudicare la competenza, come scritto precedentemente; il "pezzo di carta" non è condizione necessaria sufficiente, ma una sua assenza consente di avanzare ragionevoli dubbi in proposito. Se non si è neppure in grado di capire, per mancanza di conoscenze di base, la ratio dietro il processo legislativo o i fondamentali dell'economia politica, che cosa si pretende di voler rappresentare?  Dovremmo rendere obbligatorio un corso di formazione specifica per tutti i neo eletti al parlamento, visto che di tempo per applicarsi sicuramente ne avranno?

Solo qualche lustro fa, gli elementi che sembravano essere privilegiati nella formazione del "politico", al netto del voto di scambio, erano valori come la responsabilità, la conoscenza, il buon senso, che peda qualche anno pare non vadano più di moda. 

Per noi l'ignoranza rimane un disvalore, ma a quanto pare non per il sentimento comune dell'elettorato. Ai nuovi aspiranti politici, quindi, sconsigliamo di seguire il percorso formativo prima di avventurarsi in politica, completando tutti gli studi necessari (magari facendo sacrifici se non si proviene da famiglie agiate) in modo da sentirsi a posto con la propria coscienza e poter servire al meglio il proprio paese. 

Gli elettori ritengono ciò non necessario. Ne prendiamo atto, abbiamo sbagliato noi, a quanto pare ...


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AGGIORNAMENTO

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PREPARAZIONE DEI PARLAMENTARI

Abbiamo inviato una proposta ad istituzioni e partiti politici relativamente a questo tema ... con speranza che ci rispondano o la facciano propria ...