Diretta Spread

sabato 27 settembre 2014

Caso De Magistris ... la verita' prima o poi viene sempre a galla

Sul caso De Magistris, ne abbiamo scritte di ogni in questi giorni sul nostro gruppo Facebook, denunciando il perverso intreccio di interessi che portarono l'ingresso in politica dell'attuale sindaco partenopeo. Interessi che coinvolgevano non solo l'allora Presidente di Italia Dei Valori Antonio Di Pietro che candido' Luigi nelle sue liste concentrando su di lui i voti a discapito degli altri candidati espressione diretta del partito,  ma anche l'astro nascente del giornalismo e, soprattutto, dell'editoria di nicchia Marco Travaglio, nonché il duo Grillo/Casaleggio che di li' a poco avrebbe sostituito Di Pietro come leader del movimento degli scontenti.

Questi soggetti accelerarono allora la costruzione del personaggio De Magistris, reduce dalla fallimentare conclusione dell'inchiesta "Why Not" e salvatosi per il rotto della cuffia dalle ire del CSM che gli imputava grosse deficienze nella conduzione delle indagini.

Uno dei mezzi usati, oltre la sovraesposizione mediatica gentile omaggio di Santoro e Travaglio su carta stampata e televisione, fu quello del blog di Beppe Grillo, il quale oltre che sperticarsi in lodi sul novello Savonarola, lo definiva "uno dei nostri" (vedasi foto).



Dallo stesso post di Beppe Grillo del Marzo 2009, cito un commento preveggente ... la verita' prima o poi viene sempre a galla:


"Ecco un altro candidato del terzo potere!
Mafia, Politica e Magistratura!!
Purtroppo la politica fa gola a molti ed i magistrati in particolare sono gelosi del potere dei politici!

Ovviamente non tutta la Magistratura è come Di Pietro, Violante, De Magistris ed altri che scelgono per il bene delle loro tasche di scendere in politica.
Ma se continuassero a fare seriamente il loro mestiere nelle aule dei Tribunali, non renderebbero serio il loro impegno per il paese?? E poi un solo deputato Europeo indipendente cosa può fare al parlamento eurpeo??
Assolutamente niente!!!
Ma di certo è meglio il compenso da parlamentare Europeo circa € 50.000,00 che lo stipendio da Magistrato.
E' vero caro Dott. De Magistris???
Gli unici veri MAGISTRATI che hanno fatto il loro dovere senza scendere a compromessi e sacrificando la loro vita non pensando alla politica sono stati uccisi. FALCONE E BORSELLINO, le icone dei Magistrati, i simboli dello spirito di servizo e dell'onestà.
Predicate bene ma nei fatti...che delusione
!!!
 

Massimiliano Trezza 29.03.09 17:25

lunedì 15 settembre 2014

Sulla questione Ucraina l'Unione Europea sta andando contro un muro a tutto vapore, fermiamoci finché siamo in tempo!

Fa sempre male dover ammettere che la nostra parte, quell'Unione Europea alla quale siamo affezionati ed ha garantito decenni di pace e stabilita' ai suoi membri, questa volta ha preso un granchio colossale.
Fa ancora più male il dover constatare che persino molti dei propri amici personali, con i quali si sono condivisi anni di lotte politiche per affermare la capitale importanza dei diritti umani, del dialogo, della tolleranza si siano schierati acriticamente dalla parte dei falchi, dimentichi che l'ideale di democrazia non può affermarsi sulla punta delle baionette.

Questa isteria antirussa che si sta impadronendo dei gangli politici e diplomatici dell'Unione risulta ancor più inaccettabile a coloro i quali, come noi, hanno sostenuto per anni gli sforzi dell'opposizione democratica russa rispetto all'autoritarismo strisciante del Cremlino e guardato con simpatia alle dimostrazioni della gioventù ucraina che richiedeva più Europa e più moralità nella vita pubblica del loro paese, ma allo stesso tempo abbiamo messo in guardia quegli idealisti contro alcuni pericoli, che si sono puntualmente materializzati:
  • La strumentalizzazione della loro giusta indignazione da parti di elementi estremisti e screditati della classe dirigente del paese, esponenti di vere e proprie "cosche" affaristiche, comitati di affari concorrenti con quello rappresentato dall'allora primo ministro Viktor Fedorovych Yanukovych; 
  • L'interferenza degli USA nella crisi, che non aspettava altro per destabilizzare la regione in un malinteso replay della strategia del contenimento degna della peggior fase della Guerra Fredda;
  • L'improvvido incondizionato supporto alla deriva antirussa del governo provvisorio da parte di eminenti esponenti politici dell'Unione che avrebbero meglio fatto ad essere più cauti;
  • Il rischio di scatenare una reazione contraria rispetto a quella voluta, vale a dire invece di una perdita di consenso di Putin, l'accrescimento del sostegno dell'opinione pubblica russa preda della sindrome da accerchiamento e della "guerra patriottica". 

Dopo i roboanti proclami di Piazza Maidan, i falchi in questione furono presi alla sprovvista dal blitz russo in Crimea (annessione di una intera regione, ricca e storicamente significativa senza sparare un solo colpo) e come pugili suonati hanno cominciato a menar colpi forti ma scoordinati, scoprendo al contempo i propri punti deboli.

L'Unione Europea ha toccato con questa vicenda il punto più imbarazzante della continua involuzione al ribasso in termini di visione, strategia e, non ultimo, qualità della classe dirigente della sua altrimenti gloriosa e positiva storia, involuzione che possiamo datare dalla fine della Commissione Delors nel 1994.

Il successivo allargamento, non controbilanciato da un parallelo approfondimento e solidificazione dell'architettura "costituzionale" dell'Unione ha creato un vuoto nel quale gli equilibri faticosamente consolidati dai paesi "storici"  sono stati destabilizzati dal vento nuovo proveniente dall'Est. Nuove classi dirigenti, relativamente giovani, dinamiche, abili, spregiudicate e, in molti casi, espressioni dell'educazione universitaria o manageriale impartita direttamente negli Stati Uniti o attraverso le fondazioni costituite allo scopo di formare le élites di quei paesi dopo il crollo del comunismo (es. la "Open Society" di G. Soros).

Ora, duole evidenziare come politici di primo piano navigati e solitamente responsabili si siano fatti trascinare, per scopi spesso squisitamente elettorali ed avulsi dalla ricerca di una soluzione pacifica equa e duratura della vicenda, verso un pericolosissimo gioco "al rialzo" financo ad ipotizzare un intervento diretto delle forze NATO a fianco del governo di Kiev. Oltre al danno, la beffa dell'evidenziare che in prima linea di questa nouvelle vague interventista stanno i miei amici dell'ALDE, prendendo in ciò il cattivo esempio dai soliti proclami guerrafondai a tutto campo della sovrastimata Bonino.

I segnali di questa svolta, nella quale pochi paesi, degni di ogni rispetto ma assolutamente periferici, stanno tenendo sotto scacco la maggior parte dei rispetto al nucleo fondatore della UE (con l'eccezione dell'Olanda che purtroppo si e' fatta anch'essa trascinare in questa isteria bellicistica) sono sotto gli occhi di tutti. Giusto a titolo di esempio possiamo citare:

  • Il polacco Donald Tusk come nuovo presidente del Consiglio Europeo, al quale va dato comunque atto di aver attenuato, nel corso del suo mandato a primo ministro polacco, le posizione estremiste russofobe del suo predecessore Jarosław Kaczyński;
  • Capo delegazione a Mosca per la UE e' il lituano Vygaudas UŠACKAS, anch'egli quindi esponente di un paese con grossi problemi relazionali con la Russia, non ultimo in merito alla minoranza russofona del paese, in rapido declino dopo lo sfaldamento dell'URSS.
  • L'inviato Ue per l'Ucraina, Aleksander Kwasniewski oltre ad essere un discusso politico polacco (quindi non estraneo ai giochi di potere regionali e potenzialmente anti-russo) ha anche accettato il posto di direttore presso uno dei maggiori concessionari energetici ucraini;

Lungi dal volerci lanciare in tesi complottiste ed unilaterali tanto care ad una certa parte degli opinionisti politici magari nostalgici della vecchia contrapposizione in blocchi o dei fan duri e puri di Putin e del suo regime illiberale (su questo blog ospitiamo spesso e volentieri opinioni di esponenti dell'opposizione russa), ma al contempo disillusi rispetto ad una posizione ipocritamente insostenibile portata avanti dai cattivi maestri d'oltreatlantico e sposata acriticamente dai troppo zelanti paladini della giustizia nostrani, cosa riteniamo debba ora fare l'Europa per uscire da questa pericolosissima crisi?
  • Ritornare sui propri passi e considerare che il primo obiettivo dell'Unione Europea, al di la' della creazione del mercato unico, e' proprio quello del mantenimento della pace, dopo secoli di guerre che hanno insanguinato il continente, onorando in tal modo il premio Nobel per la pace ricevuto;
  • Ripartire immediatamente con un processo di integrazione rafforzata con i paesi che vorranno parteciparvi, uscendo dal continuo meccanismo dei ricatti incrociati e dalle defatiganti mediazioni durante le quali la maggioranza degli europei e' ostaggio delle élites politiche di un manipolo di Stati Membri minoritari in termini di abitanti e di contributi versati ma che vogliono a tutti i costi perseguire la propria agenda che non risponde necessariamente all'interesse generale e neppure a quello delle popolazioni degli stati che essi rappresentano;
  • Affrancare la propria dimensione da quella atlantica, tramite la creazione di un proprio strumento di dissuasione militare autonomo e distinto da quello statunitense, superando lo strumento dell'Alleanza Atlantica che ha fatto ormai il suo tempo e che ha disatteso le aspettative rispetto alla controparte russa relativamente alle assicurazioni a suo tempo (1990) fornite da Genscher a Shevardnadze (tacito accordo che l'espansione ad Est della NATO non avrebbe interessato l'Ucraina).
  • Ricostruire le relazioni strategiche con la Russia basandole sul rispetto reciproco ma senza rinunciare alla difesa dei diritti umani ove essi siano minacciati, senza pero' strumentalizzarli per creare artificiosi ed ipocriti elementi di contrasto, quando invece con regimi ben più sanguinari si perseguono lucrosi affari ed accordi.

Se non si prenderà il coraggio a quattro mani ammettendo di aver commesso errori madornali negli ultimi venti anni, non vi sarà futuro per il sogno europeo ed i fantasmi di un lontano passato fatto di guerra fame e carestia generalizzata potrebbero ritornare di drammatica attualità a 100 anni esatti dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'inutile strage.


venerdì 12 settembre 2014

Il giochino dei 10 libri sui social media ... anche noi!

Ok, visto che ormai se non sei chiamato in causa per rovesciarti una tinozza in testa o fare altre scempiaggini non sei nessuno, accolgo con piacere l'invito di Barbara Chapuis nell'esternare la mia lista di libri preferiti nell'edizione che ho letto, sperando che i titoli che ho espresso incontrino anche i vostri gusti:

1. Ad est del Tagliamento, di D. Nuzzo (Ed. X Est, Gorizia)
2. Rooster Scoops, di W. Dean (Ed. Gamers, Cholame, CA)
3. L'anatocismo di Demostene, di  Lou Ming (Ed. Nowhere, Ithaca, NY)
4. Autopsia di un criceto, di B. Ausi (Ed. Poster, Lecco)
5. Let’s go mental, di C.Oldcombe (ed. Testament, Berlin)
6. Boys are worse, di W. Arhols (ed. Glam, Portland, OR)
7. Come scampai alla guerra per un pero, di P. Onneso (ed. Qualunque, Venezia)
8. From Soho down to Brighton, di P. Countrysend, (Ed. Mods, London)
9. Auruspici e feticci medievali svelati, di G. Grillo (Ed. ArCane, Genova)
10. Ice Wide Slut, di F. Coursewood (ed Charithair, Los Angeles, CA)

Fatemi sapere.

Max

P.S. Io non nomino nessuno

domenica 7 settembre 2014

Sulla creazione del mito da lanciare in politica, magari suo malgrado (Fatto Quotidiano vs Gratteri)

Ogni tanto il Fatto Quotidiano / Travaglio se ne escono con operazioni di santificazione di magistrati / pm e li lanciano in dubbie operazioni politiche: ieri De Magistris e Ingroia, oggi Gratteri; non lo conosco personalmente e quindi devo assumere sia una degnissima persona ... ma è possibile che non si renda/rendano conto che questa eccessiva politicizzazione porti solo acqua al mulino di chi cerca di delegittimare il potere giudiziario proprio strumentalizzando queste ambiguità?