Diretta Spread

giovedì 28 giugno 2018

M5S E PAUPERISMO


L'ideologia che sottende il M5S non è altro che una riedizione in forma ingenua di arcinote teorie pauperiste e comuniste, la fine che determinano alle società che hanno la sventura di cadere sotto le loro grinfie.

Dai "Celestini" (i "Poveri eremiti di Papa Celestino", n.d.r.) del medioevo, agli hussiti, fino all'Unione Sovietica

In conclusione se li conosci li eviti! 


NAZIONALIZZAZIONI? NO, GRAZIE!

... abbiamo già dato!

Nicolò Monti, esponente della FGCI, ci ha inviato un post nostalgico sull'IRI ... ciò ci consente di ribadire che CSV e' pregiudizialmente contrario alle nazionalizzazioni generalizzate (come del resto lo siamo per il protezionismo, fatte salve alcune limitate produzioni strategiche, la tutela della c.d. "industria nascente" e produzioni "di nicchia" ad alto valore simbolico-culturale). L'esperienza post-ricostruzione ha dimostrato come le pp.ss fossero più che altro una fucina di clientelismo ed inefficienza. 

La catastrofe industriale attuale e' figlia di quella stagione, con finti privati che vivano invece di commesse pubbliche e mercato protetto (es. FIAT) e partecipazioni statali orti di lottizzazioni per i partiti politici ... no, grazie, abbiamo già dato! 


mercoledì 27 giugno 2018

... DEI BUOI E DEGLI ASINI ...

Le "democrazie" (sostanziali o sedicenti) si lamentano sempre più spesso di interferenze da parte delle "autocrazie" (vere o presunte) nel loro processo "democratico" (manipolazioni del consenso durante le elezioni; fake news; hackers, etc etc) e cosi' fanno queste ultime rispetto alle interferenze nei loro affari interni (con i "diritti umani" spesso ipocritamente e "doppiopesisticamente" sbandierati per colpire rivali geopolitici e propedeutica alla c.d. "dottrina della guerra preventiva") ...

... e se cominciassimo invece tutti a riflettere anche sull'atteggiamento da tenere rispetto a chi non condivide il set di valori dichiarativi fondamentali? 


martedì 19 giugno 2018

FRANCESCO BARACCA 1888-1918-2018

FRANCESCO BARACCA ... Ricordiamolo a 130 anni dalla nascita ed un secolo esatto dalla morte


sabato 16 giugno 2018

CINA: STOP A PRESTITI FACILI PER IMPRENDITORIA E CONSUMO

Aumento stock capitale negli anni passati, anche grazie al credito facile, e' stato alla base della crescita impetuosa economia cinese ... ora che i rischi sistemici vengono alla luce, Pechino ha deciso una "stretta" ... ci si augura che questa sia foriera di una crescita armonica, sostenibile ed equilibrata dell'economia del gigante asiatico, condizione indispensabile per i partner commerciali europei per poterne approfittare in pieno.


Su effetto visibile appiattimento curva crescita cinese per effetto della efficienza marginale decrescente del capitale impiegato, scrivemmo tempo fa nella nostra pagina facebook ...



Ricordiamo anche in questi giorni la fine annunciata del QE, altro "doping" dell'economia (Europea ma non solo) ... i nodi rimasti arriveranno inevitabilmente al pettine ...

giovedì 14 giugno 2018

MIGRANTI, RIFUGIATI, RICHIEDENTI ASILO, CLANDESTINI: ANCORA UNA VOLTA DIAMO I NUMERI


E' inevitabile che sulla questione migranti si sia arrivati nuovamente ad una sorta di guerra di religione fra i talebani anti-immigrazione (fora-di-bal) o i pasdaran dell'accoglienza a tutti i costi (prendere-tutti-sempre-e-comunque), con noi pragmatici presi nel mezzo a mazzate da entrambi gli schieramenti ... "servi di Soros" o "fascisti", a seconda dei casi ...
Nei giorni scorsi abbiamo postato alcuni grafici e dati, non per corroborare posizioni preconcette (il famigerato "confirmation bias") ma per riflettere e considerare la realtà piuttosto che la percezione. Cercheremo di "consolidare" la discussione in questo post, in modo da produrre un quadro coerente.

Gli arrivi via mare

Come si può vedere dalla grafica UNHCR, i migranti sulla rotta del Mediterraneo nel 2018 si sono ripartiti fra Spagna,Italia e Grecia. Lo sforzo maggiore in termini proporzionali risulta chiaramente quello greco (un paese piccolo, certamente non ricco, una poco numerosa popolazione), mentre quello spagnolo e' stato comparabile a quello italiano (Spagna ha una popolazione di 46 milioni di persone contro le nostre 60 quindi in proporzione ne ha presi anche di più).

Questi dati vanno letti insieme a quelli forniti dal ministero degli interni italiano, che nel suo "cruscotto statistico" mostra chiaramente come gli sbarchi si siano ridotti attualmente ai minimi termini dopo i picchi del 2016-17 ... insomma, l'emergenza si vede ma non c'è.
Ricordiamo che queste cartine / grafiche indicano il totale dei migranti arrivati, non quelli che hanno riconosciuto lo status di rifugiati.
Secondo la regolamentazione UE, infatti, i migranti provenienti da paesi extra-UE si dividono in tre categorie:
  1. Migranti richiedenti asilo che sono sono persone che richiedono la protezione internazionale, a causa del rischio di persecuzione nel loro paese d'origine.
  2. Migranti irregolari che sono cittadini di paesi terzi che non soddisfano, o non soddisfano più, le condizioni di voce come sancito dall'articolo 5 del codice frontiere Schengen o altre condizioni particolari per l'ingresso, soggiorno o residenza definite da ogni Stato membro.
  3. Migranti la cui richiesta di asilo è stata accettata.

I rifugiati

Sempre secondo dati UNHCR, L'Italia e' il 59mo paese mondiale per numero di rifugiati ospitati in rapporto alla popolazione ... meno di 2 e mezzo ogni 1000 abitanti. A titolo di esempio, il Libano ne ha 169/1000, mentre in Europa la prima ad ospitarli e' la Svezia seguita da Malta.

Di seguito, possiamo osservare a quali nazionalità e' stato concesso asilo in Italia (dati UNHCR aggiornati a fine 2016)

Il movimento migratorio "ufficiale"

Il grafico sovrastante, elaborato da EUROSTAT (e non Saviano!), e' molto interessante in quanto mostra come l'Italia sia nel fondo classifica quando si considera il numero di migranti "regolari" rispetto alla popolazione ... ciò deve farci riflettere ... come e' possibile questo dato, che contrasta con la percezione quotidiana? Perché da noi e' cosi' difficile o poco interessante emigrare legalmente?

Gli "irregolari"

Ci e' stato fatto più volte notare come il numero dei c.d. "clandestini" sia molto elevato e stimato attorno ai 5-600 mila ... numeri che vanno presi con le molle in quanto la natura stessa della situazione comporta l'impossibilita' pratica di avere dati certi e che vanno letti in congiunzione ai dati sui movimenti migratori "ufficiali" (perché nonostante le sanatorie plurime, non ci si regolarizza?). Va anche detto che anche nella peggiore delle ipotesi questi numeri rappresentano circa l'uno percento della popolazione complessiva italiana, quindi molto meno della popolazione straniera residente nel resto dei paesi della UE. Panico giustificato, quindi? NO e SI ... NO per quanto riguarda la dimensione assoluta del fenomeno e la capacita' di assorbimento del paese, SI per quanto concerne invece la dimensione "sicurezza ed ordine pubblico" che la situazione di illegalità inevitabilmente comporta.

Conclusioni

La situazione talmente complessa e sfaccettata che non e' facile costruirsi una opinione razionale e definitiva, visto che anche l'azione del governo (chiudere i porti fuori tempo massimo quando ormai il fenomeno sta scemando da solo) appare una azione puramente propagandistica e volta a pagare una "marchetta elettorale". 

E' vero invece quello che ci e' stato fatto notare dall'amico Fabio Lauri che "Il Libano non è Europa". La questione è esclusivamente europea, per quello che contano le percentuali. Fossero anche più basse, non inciderebbero sul sentimento. Non è più neppure una questione di numeri. Solo di paura o, sull'altra sponda, di comunismo messianico. Insomma, l'uso degli immigrati e dei loro presunti "privilegi" come "arma di distrazione di massa". 

Probabilmente, il tema più urgente e' quello di cosa fare per risolvere (o quantomeno attenuare) il problema della "clandestinità" ... e qui si scontrano due scuole di pensiero antitetiche: chi preme su un ulteriore irrigidimento e per draconiane misure repressive, chi invece per un "rilassamento" della normativa attuale che aumenterebbe il numero degli immigrati "regolari" di cui al grafico EUROSTAT che abbiamo mostrato sopra. Probabilmente il giusto mezzo richiede entrambi gli approcci.

Come abbiamo visto anche nella recente tornata elettorale, cavalcare le paure del diverso è sempre politicamente conveniente. Non costa a livello economico e la vecchia signora mai stata moglie e senza più voglie si sente sicura.

Per quanto ci riguarda, la nostra posizione complessiva sul fenomeno l'abbiamo definita già nel 2015 e rimane immutata.  


martedì 12 giugno 2018

ADDIO ALLA NOSTRA LUCIANA ALPI, UNA MAMMA CORAGGIO.

Aveva combattuto per la verità e la giustizia fino a pochi giorni fa quando chiedeva che le indagini sull'assassinio di Ilaria non fossero archiviate.







lunedì 11 giugno 2018

THE AGE OF AQUARIUS

No, non e' l'alba dei tempi nuovi e positivi della colonna sonora del musical hippy / new age "Hair", ma quelli ben più fosche della vicenda della nave "Aquarius", trasportante migranti dalla costa africana, alla quale e' stato negato approccio sulle coste italiche.

Ora, indipendentemente da come la si veda e si sia o sostenitori del celoduristico cattivismo grillo-leghista (fora-di-bal) o adepti del buonismo pietista cattocomunista (prendere-tutti-sempre-e-comunque), la vicenda, che tanto assomiglia all'odissea del transatlantico St.Louis nel 1939 (il dramma degli ebrei respinti immortalato nel film di Stuart Rosenberg "La nave dei dannati"), rappresenta uno spartiacque anche per noi "possibilisti pragmatici".

Rotto il tabù della solidarietà umanista (primo: salvare vite umane) si inaugura l'era dell'individualismo tribale che ci induce nella tentazione di estremizzare il concetto di menefreghismo. 

A noi che esprimiamo il pensiero di una classe media benestante (e pensante), da un punto di vista puramente egoistico, il vedere un popolo di miserabili prendersela con altri più miserabili di loro ci fa sorridere con disincantato cinico distacco ... il popolaccio vile e plebeo che si accontenta di godere delle disgrazie altrui ed invoca il darwinismo etnico? Bene, prendiamo nota e noi rilanciando quello sociale ... chiudiamo pure i porti ai migranti senza pensare a soluzioni alternative, chi se ne frega, ma assumiamoci la responsabilità collettiva di questi atti e le conseguenze parossistiche relativamente al contratto sociale che ci lega l'un l'altro ... in queste circostanze rivendichiamo il nostro individualismo feroce turbo-liberista e non facciamo prigionieri. 

Quindi questa estate, sotto l'ombrellone di qualche costoso stabilimento balneare in Sardegna non voglio poi sentire lacrime di coccodrillo quando nei naufragi spariranno donne e bambini i cui cadaveri poi affioreranno fastidiosamente a disturbarci l'apericena in spiaggia.

Ma non solo ... non ci dovete neppure rompere le scatole con storie strappalacrime di bambini malati, cani abbandonati, vecchietti morti nel calore delle metropoli, gente che non arriva alla fine del mese e che reclama reddito cittadinanza pagato con i nostri soldi, pseudo imprenditori in crisi o disastri umanitari vari ... con loro non abbiamo nulla in comune, se non il passaporto, del quale ben poco ci frega ... ma per il resto siamo talmente distanti quanto da un pastore errante dell'Asia in termine di valori, cultura, aspettative. 

... abbiamo deciso di essere #cattivisti? E che sia, ma allora fino in fondo ... #noivinciamocomunque, pezzenti nostrani.






MIGRANTI: OPERAZIONE ''TRITON'' CARA EMMA ANCHE QUESTA VOLTA L'HAI FATTA FUORI DAL VASO!

FALLIMENTO OPERAZIONE ''TRITON''.

Anche in questo purtroppo siamo stati facili profeti e non ci siamo mai uniti al coro degli aficionados della Bonino che finita la gloriosa stagione delle battaglie radicali ha toppato su tutta la linea ...

Era il 23 aprile 2015 ·CSV SCRIVEVA.:

E come previsto, la montagna ha partorito il topolino ... triplicare i soldi del Triton e' una goccia nel mare ... l'Europa pilatescamente se ne lava le mani e si mette a posto con la propria coscienza con una mancetta. Per i dettagli ed i commenti ci sentiamo domani. Buona notte.




sabato 9 giugno 2018

CHE SENSO HA PARLARE DI G7?

G7, BRICS e CINA

Che senso ha parlare di G7, le potenze mondiali più sviluppate, senza la Cina?

Bravi, non ha senso.

La verità è che il mondo si sta organizzando in due blocchi, uno guidato dagli USA (G7) ed uno dalla Cina (BRICS).

Il secondo non ha la pretesa di essere il blocco "più sviluppato del mondo" anche se la Cina ha avuto il PIL più elevato al mondo nel 2017.

Quindi ci troviamo con un G7, 1 miliardo di persone, che hanno la pretesa di essere "più sviluppati" dei BRICS con un mercato di circa 3 miliardi di persone.

Che dire? Ma i nostri giornalisti li guardano i numeri? A chi la raccontano?



FINANZIAMENTI EDITORIA

CSV - TORINO

Da anni si discute sui finanziamenti pubblici all'editoria. Per qualcuno è un modo che la classe politica ha per controllare l’informazione. È un mantra che ha alimentato i dissensi nei con fronti dei governi precedenti, infatti la maggior parte di noi conviene che l’editoria debba autofinanziarsi attraverso le vendite dei loro prodotti.

Ma come funziona esattamente il contributo all'editoria? Chi ne usufruisce?

Partiamo dal presupposto che la ratio della legge sui contributi all’editoria aveva l’obiettivo di garantire pluralità di informazione. Nel 1981, una legge aveva stabilito che per ogni copia venduta lo Stato garantisse un contributo del 15% nel caso che il giornale fosse pubblicato da cooperative di giornalisti.

Nel 1990 però i contributi arrivavano anche ai giornali che scrivessero dinamiche di partito presenti nel Parlamento Europeo, tant'è che bastava che un solo membro del partito interessato fosse in Europa che il suo giornale di riferimento (“la Padania” per esempio), che il suo giornale di riferimento ricevesse un contributo statale.

Nel 2008 si è cominciato a mettere mano sulla legge di contributi diretti all’editoria toccando per prima cosa il “premio” sulle tirature, fino ad arrivare al 2014 dove il contributo diretto viene definitivamente abolito.

Nel 2016, la legge 198, proposta dal ministro dello sport con delega all'editoria, ha ridefinito i parametri per ottenere il contributo statale che, al contrario degli anni precedenti , consiste per lo più in agevolazioni di tipo fiscale e sconti sulle spedizioni.

Il provvedimento punta a rafforzare i requisiti di accesso alle risorse pubbliche ("richiedendo fra l’altro che l’edizione cartacea sia necessariamente affiancata da quella digitale, e prevedendo obblighi riguardo l’applicazione dei contratti di lavoro") e chiarisce quali imprese editrici possono essere destinatarie dei contributi all'editoria: 

  • Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
  • Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro, limitatamente ad un periodo transitorio di cinque anni dall'entrata in vigore della legge di delega;
  • Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
  • Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche; imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
  • Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell'elenco istituito dal Codice del consumo; 
  • Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all'estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all'estero. Il decreto elenca anche chi non può accedervi: 
  • Imprese editoriali quotate in Borsa.
  • Imprese editrici di organi d’informazione dei partiti, dei movimenti politici e sindacali.
  • Le pubblicazioni specialistiche.
Riguardo i criteri di calcolo dei contributi, questi verranno calcolati in parte come rimborso dei costi e in parte in base al numero di copie vendute. Nel comunicato stampa di Palazzo Chigi si legge che "al fine di sostenere la transizione dalla carta al web", ai costi connessi all'edizione digitale sarà riconosciuta una percentuale più alta. Inoltre, verranno previsti parametri diversi a seconda del numero di copie vendute e verrà introdotto un limite massimo al contributo, che in ogni caso non potrà superare il 50% dei ricavi conseguiti nell’anno di riferimento. Il decreto legislativo è stato approvato in attuazione della legge n.198 del 2016, che spiega il Post, istituiva un fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e dava deleghe al governo per la ridefinizione, tra le altre cose, della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria. Il provvedimento sarà ora trasmesso al Consiglio di Stato e alle Commissioni parlamentari competenti per l’acquisizione dei rispettivi pareri (non vincolanti). ... Una nuova legge (delega) sull'editoria. Lo scorso 4 ottobre, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva (con il voto contrario di Movimento 5 Stelle e Forza Italia) un testo che punta a modificare vari aspetti – tra cui i criteri e il calcolo per la distribuzione dei fondi per editoria, radio e tv locali, la composizione e i compiti dell'Ordine dei giornalisti, la liberalizzazione dei punti vendita e la restrizione delle regole per i prepensionamenti – e a introdurne di nuovi, come l'enunciazione di "quotidiano online" che entra nella definizione legislativa di "prodotto editoriale" aprendo a incentivi specifici. Trattandosi di una legge delega, molte di queste misure dovranno essere concretizzate con decreti attuativi della Presidenza del Consiglio. Proprio su questo aspetto, il sindacato dei giornalisti (FNSI) e gli editori (FIEG), che sulla legge hanno espresso pareri positivi, hanno chiesto che i decreti arrivino entro fine anno per poter così «dare ossigeno alle imprese». Per l'Ordine dei giornalisti (ODG) l’auspicio è che la Presidenza del Consiglio trovi "il modo per far sì che questi finanziamenti non restino nelle casse degli editori, ma vadano anche ai giornalisti che vivono attualmente in una condizione di grande sfruttamento”. Il nuovo “Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione” Per sostenere editoria, radio e tv locali, la legge istituisce il “Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”, le cui risorse (di cui la cifra totale non si conosce ancora) proverranno inizialmente da quattro fonti (altre si aggiungeranno in seguito):


  1. I soldi che lo Stato destina al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica (anche digitale), in cui confluisce anche il denaro del “Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria”. Quest’ultimo è stato istituito con la legge di stabilità del 2014 e prevedeva una dotazione di 50 milioni di euro per il primo anno, 40 milioni per il 2015 e terminava con 30 milioni per il 2016. Ma nel 2014 i soldi realmente disponibili sono stati 21 milioni di euro (tra le cause della riduzione, parte del denaro è stato utilizzato per il finanziamento dei prepensionamenti dei giornalisti), mentre per l’anno successivo le risorse effettive sono state pari a 6 milioni e mezzo di euro, anche in questo caso, parte delle risorse mancanti sono state utilizzate per il sostegno alle pensioni anticipate della categoria. 
  2. Le risorse statali destinate all'emittenza radiofonica e televisiva in ambito locale, che per il 2016 corrispondono a 48,1 milioni di euro. 
  3. Parte delle eventuali maggiori entrate dal canone Rai, che possono raggiungere un importo massimo di 100 milioni di euro annui per il biennio 2016/2018.
  4. Contributo di solidarietà dello 0,1% sul totale del reddito complessivo dei concessionari della raccolta pubblicitaria sulla stampa, radio, tv e media digitali e delle società che svolgono raccolta pubblicitaria sia diretta che per conto terzi. Non si conoscono ancora la ripartizione delle risorse fra le diverse finalità del fondo, i requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per la concessione dei finanziamenti. Tutti questi termini dovranno infatti essere stabiliti tramite successivi decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM). Come vengono ridefiniti i contributi diretti Il finanziamento pubblico all’editoria è tra i temi politici più dibattuti: chi lo vorrebbe mantenere, chi invece abolire, anche per via delle truffe scoperte che ci sono state in questi anni per centinaia di milioni di euro. Negli anni comunque le risorse destinate a questo scopo sono diminuite. Durante l’ultimo Festival internazionale del giornalismo di Perugia è stata organizzata una giornata di lavoro per analizzare i dati dei finanziamenti all’editoria relativi alle singole testate (da ricordare che la Repubblica, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 ore, il Giornale, ecc, non ne usufruiscono, mentre usufriscono di quelli indiretti, che consistono ripetiamo, tra l'altro, in agevolazioni fiscali) sono stati utilizzati dai grandi gruppi editoriali. 
I risultati, pubblicati su DatamediaHub, si basano sui contributi diretti alla stampa dal 2012 al 2014 perché quelli antecedenti, spiegano, «sono viziati dal cambio della legge e delle relative definizioni per avere accesso ai finanziamenti».

fonte: Contributi pubblici ai giornali: cosa prevede la nuova legge sull'editoria