E' inevitabile che sulla questione migranti si sia arrivati nuovamente ad una sorta di guerra di religione fra i talebani anti-immigrazione (fora-di-bal) o i pasdaran dell'accoglienza a tutti i costi (prendere-tutti-sempre-e-comunque), con noi pragmatici presi nel mezzo a mazzate da entrambi gli schieramenti ... "servi di Soros" o "fascisti", a seconda dei casi ...
Nei giorni scorsi abbiamo postato alcuni grafici e dati, non per corroborare posizioni preconcette (il famigerato "confirmation bias") ma per riflettere e considerare la realtà piuttosto che la percezione. Cercheremo di "consolidare" la discussione in questo post, in modo da produrre un quadro coerente.
Gli arrivi via mare
Come si può vedere dalla
grafica UNHCR, i migranti sulla rotta del
Mediterraneo nel 2018 si sono ripartiti fra
Spagna,
Italia e
Grecia. Lo sforzo maggiore in termini proporzionali risulta chiaramente quello greco (un paese piccolo, certamente non ricco, una poco numerosa popolazione), mentre quello spagnolo e' stato comparabile a quello italiano (
Spagna ha una popolazione di 46 milioni di persone contro le nostre 60 quindi in proporzione ne ha presi anche di più).
Questi dati vanno letti insieme a quelli forniti dal ministero degli interni italiano, che nel suo "
cruscotto statistico" mostra chiaramente come gli sbarchi si siano ridotti attualmente ai minimi termini dopo i picchi del 2016-17 ... insomma,
l'emergenza si vede ma non c'è.
Ricordiamo che queste cartine / grafiche indicano il totale dei migranti arrivati, non quelli che hanno riconosciuto lo status di rifugiati.
Secondo la regolamentazione UE, infatti, i migranti provenienti da paesi extra-UE si dividono in tre categorie:
- Migranti richiedenti asilo che sono sono persone che richiedono la
protezione internazionale, a causa del rischio di persecuzione nel loro
paese d'origine.
- Migranti irregolari che sono cittadini di paesi
terzi che non soddisfano, o non soddisfano più, le condizioni di voce
come sancito dall'articolo 5 del codice frontiere Schengen o altre condizioni particolari per l'ingresso, soggiorno o residenza definite da ogni Stato membro.
- Migranti la cui richiesta di asilo è stata accettata.
I rifugiati
Sempre secondo dati UNHCR, L'Italia e' il 59mo paese mondiale per numero di rifugiati ospitati in rapporto alla popolazione ... meno di 2 e mezzo ogni 1000 abitanti. A titolo di esempio, il Libano ne ha 169/1000, mentre in Europa la prima ad ospitarli e' la Svezia seguita da Malta.
Di seguito, possiamo osservare a quali nazionalità e' stato concesso asilo in Italia (dati UNHCR aggiornati a fine 2016)
Il movimento migratorio "ufficiale"
Il grafico sovrastante, elaborato da EUROSTAT (e non Saviano!), e' molto interessante in quanto mostra come l'Italia sia nel fondo classifica quando si considera il numero di migranti "regolari" rispetto alla popolazione ... ciò deve farci riflettere ... come e' possibile questo dato, che contrasta con la percezione quotidiana? Perché da noi e' cosi' difficile o poco interessante emigrare legalmente?
Gli "irregolari"
Ci e' stato fatto più volte notare come il numero dei c.d. "clandestini" sia molto elevato e stimato attorno ai 5-600 mila ... numeri che vanno presi con le molle in quanto la natura stessa della situazione comporta l'impossibilita' pratica di avere dati certi e che vanno letti in congiunzione ai dati sui movimenti migratori "ufficiali" (perché nonostante le sanatorie plurime, non ci si regolarizza?). Va anche detto che anche nella peggiore delle ipotesi questi numeri rappresentano circa l'uno percento della popolazione complessiva italiana, quindi molto meno della popolazione straniera residente nel resto dei paesi della UE. Panico giustificato, quindi? NO e SI ... NO per quanto riguarda la dimensione assoluta del fenomeno e la capacita' di assorbimento del paese, SI per quanto concerne invece la dimensione "sicurezza ed ordine pubblico" che la situazione di illegalità inevitabilmente comporta.
Conclusioni
La situazione talmente complessa e sfaccettata che non e' facile costruirsi una opinione razionale e definitiva, visto che anche l'azione del governo (chiudere i porti fuori tempo massimo quando ormai il fenomeno sta scemando da solo) appare una azione puramente propagandistica e volta a pagare una "marchetta elettorale".
E' vero invece quello che ci e' stato fatto notare dall'amico
Fabio Lauri che "
Il
Libano non è Europa". La questione è esclusivamente europea, per quello
che contano le percentuali. Fossero anche più basse, non inciderebbero
sul sentimento. Non è più neppure una questione di numeri. Solo di paura
o, sull'altra sponda, di comunismo messianico. Insomma, l'uso degli immigrati e dei loro presunti "privilegi" come "arma di distrazione di massa".
Probabilmente, il tema più urgente e' quello di cosa fare per risolvere (o quantomeno attenuare) il problema della "clandestinità" ... e qui si scontrano due scuole di pensiero antitetiche: chi preme su un ulteriore irrigidimento e per draconiane misure repressive, chi invece per un "rilassamento" della normativa attuale che aumenterebbe il numero degli immigrati "regolari" di cui al grafico EUROSTAT che abbiamo mostrato sopra. Probabilmente il giusto mezzo richiede entrambi gli approcci.
Come abbiamo visto anche nella recente tornata elettorale, cavalcare le paure del diverso è sempre politicamente conveniente. Non
costa a livello economico e la vecchia signora mai stata moglie e senza
più voglie si sente sicura.
Per quanto ci riguarda, la nostra posizione complessiva sul fenomeno l'abbiamo definita già nel 2015 e rimane immutata.