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venerdì 18 agosto 2017

CONTROCORRENTE: C'E' TROPPO BENESSERE MATERIALE IN ITALIA?

Negli ultimi anni alcune linee di tendenza sono state evidenti nell'evoluzione del benessere materiale nel nostro paese dal dopoguerra ad oggi e nelle aspettative della popolazione ad esso collegate:
  • Una perdita di peso relativo nel panorama internazionale (vedasi grafici interattivi sottostanti);



  • Un pessimismo generalizzato nella popolazione che vede per la prima volta le generazioni future convinte di non poter mantenere lo standard di vita di quelle che li hanno preceduti (fra le tante ricerche in proposito, vedasi ad esempio qui);
Ora, la controversia che vogliamo porvi e' la seguente: si tratta di vero declino o di un ritorno ad una situazione più congeniale alla struttura sociale, demografica e produttiva dell'ex "bel paese"?
L'Italia prima della ricostruzione postbellica, al di la' delle aree urbane ove l'industria o i detentori del capitale si erano insediati, era un paese dove regnava sovrana l'agricoltura di sussistenza, la pastorizia, l'artigianato ... dove la maggior parte della popolazione viveva una esistenza dura, povera, dignitosa nella migliore delle ipotesi ma anche di estrema indigenza nelle altre.

Era un paese in cui fino alla meta' degli anni '70 del secolo scorso e nonostante il tumultuoso "miracolo economico" esistevano ancora situazione di famiglie che non avevano servizi igienici, acqua corrente per non parlare di telefono o gas. Prima che qualche provvidenziale terremoto o la cementificazione delle periferie urbane e delle campagne ponessero fine allo scandalo.

Era pero' anche un paese dove la gente, proprio per via delle condizioni difficili, era abituata a darsi da fare, aveva "fame" non solo nel senso letterale del termine, ma anche voglia e motivazione per migliorare il proprio benessere materiale, visto che per la maggioranza di essi esistevano le condizioni necessarie per farlo. La crescita esponenziale di questo benessere fece si che nell'arco di una generazione ci fosse un tale distacco fra la situazione dei nonni nati prima della guerra e dei nipoti nati nell'era del "baby boom" e della "generazione X" e che ora si avviano allegramente verso il mezzo del cammin di nostra vita, che farebbe quasi il paio con quella che c'è oggi fra l'Africa e la Svizzera.

In tutto ciò per le varie "millennials" e successive, la fotografia dell'Italia di 70 anni fa e' talmente sbiadita che faticano a concepirne persino i fondamentali. Sono generazioni nate e vissute nel benessere materiale da economia industriale avanzata ma con una struttura politica, amministrativa, culturale ed una mentalità di stampo medieval-feudale che non ha potuto, saputo o voluto reggere il passo.

Abbiamo già avuto modo di scrivere che le "eccellenze" sono state delle grandi fregature ... dalle crociere atlantiche del ventennio ai trionfi della Ferrari, ci siamo illusi che l'Italia fosse quella, che potesse giocarsela alla pari con le più grandi potenze mondiali in un mondo che cambiava ad una velocità vertiginosa e che ha velocemente consegnato il famoso "quinto (poi quarto) posto" fra le maggiori economie del mondo agli annali delle meteore geopolitiche (vedasi nuovamente i grafici di cui sopra per l'evoluzione).

Alcune domande dobbiamo quindi per forza farcele:
  • Stiamo quindi riprendendo il nostro posto nel mondo, quello che ci compete storicamente dalla caduta dell'Impero Romano, quello di un grande museo di bellezze architettoniche di eccellenza (quelle rimaste, di quelle naturali non parliamo neppure) circondate dalla miseria nera?
  • I figli dei nostri ragazzi oggi minorenni saranno costretti a muoversi fra difficoltà che li renderanno più coscienti delle condizioni dei loro trisavoli?
  • Riusciranno a mantenere la stessa dignità dei nostri avi, composti nel loro unico vestito per la festa e con le scarpe indossate solo per le cerimonie importanti per non rovinarle?
Nulla e' perduto, possiamo farcela ma dobbiamo cambiare ora di passo ... domani potrebbe già essere troppo tardi ... scrollarci di dosso la cultura dell'appartenenza para-mafiosa; del favore; delle baronie politiche economiche e culturali; dell'amministrazione asfissiante e lontana dal concetto di "burocrazia razionale"; dai monopoli economici di fatto e di diritto e da tutto quello che ancora ci lega ad un passato che e' diventano ormai un ostacolo e non una radice forte su cui poggiare il nostro avvenire.

... un "sorpasso" italiano che resterà nella storia ...

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