L'ITALIA NON E' MAI STATA UNA NAZIONE.
Maurizio Noris per quanto mi riguarda in italia i termini "intellettuali" e "popolo" hanno connotazioni prettamente negative. I primi si limitano a pontificare dal divano, i secondi urlano e strepitano desiderosi di vedere i propri diritti prevalere su quelli degli altri, esattamente come i primi. il problema italiano temo sia un problema storico,
l'italia non è mai stata una nazione, genti e governi sono sopravvissuti per secoli tramite espedienti ed alleanze con i più forti. in assenza di "cultura dello stato" ognuno pensa ai propri comodi, ritenendo a torto che i propri interessi esauriscano all'interno del cortile di casa.
Considero l'Italia abitata ancora da gente in gamba, ma questi sono ormai in minoranza e, generalmente, non hanno più tempo da dedicare alla politica, in quanto dotati di capacità che vengono spese in lavori degni di tale nome.
la politica ormai è destinata a "chi non sa far nulla", e non a caso ci siamo trovati uno stewart e un faccendiere al governo.
questo va a braccetto con l'arroganza che sempre più si unisce all'ignoranza.
La cultura moderna è degna figlia di quella precedente, come è sempre stato. forse ci siamo illusi internet potesse elevarne il livello.
la vera novità a mio avviso risiede nel boom economico degli anni passati. ho notato con curiosità come italiani, inglesi e russi tendano a vedere come "normalità" cicli di benessere limitati nel tempo, e vedano la crisi come semplice risultato di scelte sbagliate. il populista medio vuole semplicemente ritornare al "prima": l'inglese rivuole l'impero, l'italiano gli anni '60, il russo il benessere del superciclo petrolifero e la potenza militare staliniana, e via cosi. in pratica viene negato il normale flusso degli eventi e si ritiene che eliminando le differenze (euro, migranti, negli anni 80 in italia erano i terroni) si possano fermare le lancette del tempo nel periodo che piu ci aggrada. nel loro caso, nello straordinario.
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