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lunedì 29 agosto 2016

TERREMOTI: SUBITO LA CERTIFICAZIONE ANTISISMICA!


Candidati Senza Voce fa proprio l’appello lanciato dal presidente del consiglio nazionale ingegneri, Armando Zambrano, per il quale "... serve una legge per certificazione antisismica".

Il punto è sempre lo stesso, soltanto una piccola percentuale degli edifici nelle zone ad alto rischio sismico rispetta lo standard di sicurezza, e il terremoto di pochi giorni fa ha rilevato come al solito l'ennesima fragilità delle strutture italiane.

Occorre quindi uscire dalla logica secondo la quale in Italia ci si muove o quando è troppo tardi, o quando c'è da lucrare, nella logica dell’emergenza continua. Ciò non riguarda solo le istituzioni, ma anche la responsabilizzazione dei cittadini, a ben pochi dei quali interessa davvero sapere se la casa nella quale abitano o che sono in procinto di acquistare / affittare sia a norma.

E’ pur vero che gli edifici di nuova costruzione, ad uso pubblico o privato, sono soggetti a collaudo statico, ma se esso non prevede il controllo delle misure anti-sismiche, non serve a nulla. Inoltre, la legge non copre il patrimonio immobiliare già esistente, quello prevalente nei borghi storici italiani, dove si registra il maggior numero di vittime per eventi sismici. Va anche ricordato che una legge non è equivalente ad una certificazione. Nel secondo caso un esperto viene in casa e verifica i lavori per confermare la conformità. E questo sistematicamente in tutte le case. Come con la performance energetica. Essa servirebbe per il cambiamento di prospettiva, quello che ricordavamo precedentemente: dalla ricostruzione (reattiva) alla prevenzione (proattiva) con una certificazione serve se risponde a criteri sostanziali.

Il tema va affrontato su due livelli: quello etico (il fine ultimo che è quello di salvare vite umane) e quello puramente utilitaristico, vale a dire il rapporto costi/benefici derivanti da una strategia “preventiva” (non del terremoto, naturalmente, ma dei danni derivanti da strutture inadeguate). Se sul tema etico è difficile fare calcoli di costo/opportunità, teniamo presente comunque che i soldi si spendono male a tragedia consumata, come ci ricorda lo studio sul “costo dei terremoti in Italia” pubblicato dal Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri a novembre del 2014.

Ora, sarebbe stagliato pensare che la certificazione da sola costituisca la pietra filosofale … essa è nondimeno uno strumento essenziale e va assolutamente evitato il rischio di perdersi nel formalismo e nella burocrazia costosa ed inutile: il tema deve quindi essere affrontato in maniera pragmatica e non ideologica. Si tratta di un processo che prevederà tempi molto lunghi e andrà dettagliato tenendo conto, inter alia, di:
  1. Limitazione nel numero dei “certificatori” , che andranno reclutati e formati;
  2. Impatto sul sistema delle oltre 600 mila imprese edili nel paese. Va considerata, da un lato, la capacità di effettuare il volume dei lavori richiesti in tempi ragionevoli e dall'altro canto, come un investimento multi-miliardario spalmato in decenni potrebbe far ripartire tutto il comparto edile e non solo, con benefici incommensurabili. Ottenuto, tra l'altro, senza consumo di suolo, visto che si tratterebbe di ristrutturare e mettere in sicurezza l’esistente. La ricchezza creata potrebbe essere di gran lunga maggiore della spesa e potrebbe mettere al lavoro ingegneri architetti geometri storici dell'arte e rilanciare mestieri oggi quasi abbandonati e lasciati a maestranze di scarsa qualità. I rischi da tenere in considerazione sono altrettanto importanti: se il piano di messa in sicurezza fosse realizzato in maniera non armonica si verificherebbe un “stiramento” artificiale di un intero settore economico, con una crescita impetuosa ed un altrettanto repentino crollo quando si tornerà inevitabilmente a regime con conseguente crisi del settore ed un esercito di disoccupati da mantenere.
  3. Costi della messa in esercizio del sistema di certificazione (spesa immediata e certa rispetto a guadagni attesi futuri): come lo si finanzia?
  4. Ripartizione dei costi di ristrutturazione fra finanze pubbliche e cittadini, attraverso un sistema di compartecipazione, compensato da sgravi fiscali (sistema attualmente in opera per le opere di ristrutturazione, risparmio energetico, etc.);
  5. Qualora la certificazione dia esito negativo e siano richiesti lavori per la messa in opera, adeguati tempi tecnici vanno lasciati ai proprietari prima che l’abitazione sia dichiarata inagibile.
  6. Tendenza ad aspettare l’ultimo giorno per la messa in regola -> non linearità temporale dell’operazione una volta entrati “a regime” dopo l’avvio -> impossibilità pratica di metterla in pratica per le limitazioni strutturali di cui ai punti 1 e 2 di cui sopra
  7. Preservare principio della responsabilità individuale: il cittadino può entro certi limiti accettare coscientemente un rischio (es. rimanere sotto le macerie in un terremoto in casa sua), ma allo stesso tempo va informato chiaramente dei rischi connessi. Ad esempio, la certificazione in un primo tempo potrebbe essere resa obbligatoria per i pubblici esercizi; gli edifici pubblici; far parte dei documenti obbligatori da prodursi in caso di vendita o locazione di un immobile privato.
  8. Bottom line: chiara e trasparente ripartizione dei costi, unita ad una comunicazione precisa e non partigiana; limitando la ridistribuzione di risorse da una parte della popolazione ad un’altra una volta “a regime”; assicurando la “neutralità” dell’operazione in termini economici nel medio-lungo termine.
E' quindi necessaria una profonda e dettagliata riflessione tecnico-economico-politica che porti all'elaborazione di un articolato "robusto", che "spalmi" i suoi effetti in tempi lunghi, unito ad un piano di “transizione” generazionale che porterà in qualche decennio a chiederci “ma perché non l’abbiamo fatto prima”?

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giovedì 25 agosto 2016

TERREMOTO: INFORMAZIONE DI SERVIZIO - MAGNITUDINE DELLE SCOSSE

Cari amici, cominciano a girare le solite cazzate complottiste sulla presunta difformità della magnitudine del terremoto che ha colpito la zona fra Lazio, Marche, Umbria. 

Precisiamo che ciò a che fare con le differenti definizioni di "magnitudine" che sono ben 4 a seconda della metodologia utilizzata.



Il terremoto in questione può essere classificato a "6" qualora si utilizzi una metodologia o da 5.7 a 6.3, in virtù dell'ordine di incertezza, se si utilizza, ad esempio, la classica "scala Richter".

L'Istituto Nazionale Geofisica utilizza la definizione di magnitudine n.4 (Mw), come si può evincere dalla spiegazione sul suo sito, mentre il USGS, il servizio geologico USA, utilizza altre scale. 


Link alla pagina del USGS


La scala utilizzata dal Centro Nazionale la c.d. "Moment Magnitude", Scala di magnitudo del momento sismico, (la n.4 nella prima figura sopra) e' quella che offre la maggior oggettività ma e' più difficile da computare, mentre le altre hanno importanti limitazioni che generano maggiori incertezze nella misurazione. Si veda nella figura sottostante il confronto con le altre misurazioni, che hanno una incertezza di + o - 0.3, risultanti in una magnitudine da 5.7 a 6.3.



Non saranno accettate discussioni su presunti complotti delle assicurazioni per non pagare i premi e cose simili. Grazie per prenderne nota e non stupitevi poi se vi cancelliamo post o commenti.

Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.



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Sulla questione assicurazioni:

La bufala, girata già negli scorsi anni addirittura in occasione del terremoto dell’Aquila, si riferisce in questo caso al decreto legge n.59 del 15 maggio 2012, con cui il governo Monti ha riorganizzato la Protezione Civile. L’articolo 2 del decreto, «al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali» esclude «l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati». Ai tempi i giornali di tutto il Paese avevano riassunto così: lo Stato non pagherà più per i danni dei terremoti. Il punto è che il temuto articolo 2 è stato soppresso con la legge n.100 del 12 luglio 2012 (quella che convertiva in norma a tutti gli effetti il decreto legge).

ERIC BEN ARTZI: MATEMATICO E GENTILUOMO

Una notizia passata un po' in secondo piano in questi giorni estivi prima e concitati poi ... Eric Ben Artzi, genio matematico analista dei rischi finanziari, la "gola profonda" che ha rivelato le pratiche scorrette della filiale USA di Deutsche Bank, ha rifiutato un compenso di 8 milioni di $ dalla SEC (l'autorità di vigilanza sulla borsa USA), spiegandone i motivi con una lettera al Financial Times

In estrema sintesi Eric, che e' stato licenziato da DB dopo le sue denunce, sostiene che:

  • i soldi dovrebbero andare a compensazione dei veri danneggiati dell'operazione (i dipendenti licenziati e gli azionisti della banca che pagheranno la mega multa di 55mln di $ alla SEC);
  • il sistema delle "revolving doors", le "porte girevoli" che troppo facilmente consentono ai funzionari pubblici statunitensi di entrare a libro paga delle compagnie private e viceversa e' pernicioso;
  • e' inaccettabile e malsano che nessuno dei vertici di DB si stato perseguito personalmente e siano potuti uscire dalla storia con i loro enormi benefits finanziari (e questo anche a causa del punto "2")

Morale della favola: i veri gentiluomini idealisti esistono ancora ... cerchiamo di ricordarli, apprezzarli e preservarli.

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venerdì 19 agosto 2016

BURKINI..POLEMICA INUTILE, LA SOLITA ''FALSE FLAG''

Giusto per fare chiarezza: la Francia NON ha (ancora) vietato il cosiddetto burkini, ma alcuni comuni hanno emesso alcune controverse ordinanze ...

Quella sul burkini e' proprio una polemica inutile, la solita "false flag" per distrarre l'opinione pubblica e non occuparsi dei veri temi della pubblica sicurezza e raccattare quattro voti per le prossime elezioni ... ed infatti proviene proprio dalla Francia, paese che periodicamente ci sottopone i suoi atteggiamenti ondivaghi ed isterici. Ora stai a vedere che uno in spiaggia non possa andarci come gli pare ... mica stiamo parlando di burka per coprirsi il viso e quindi violazione dei principi di pubblica sicurezza!

E chi poi dovrebbe far rispettare l'ordinanza? E' ora di finirla con questa fregola di voler regolamentare tutto, altrimenti si passa da un eccesso ad un altro ... dai flic che negli anni '60 arrestavano le ragazze in topless a Saint Tropez a quelli moderni che dovrebbero andare a misurare i cm di pelle scoperta.

Di leggi inapplicabili in nome di principi poi negletti e disattesi ne abbiamo fin troppe. Occupiamoci delle cose serie, cortesemente!

... siamo uno stato di diritto e pragmatico, dove ognuno può fare ciò che vuole finché non impedisce agli altri di fare altrettanto ... per questo ci piace il nostro sistema e non quello di sistemi teocratici ed assolutisti come quelli di alcuni paesi arabi.

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DELLE GLORIE PASSATE ...

Circolano sempre più spesso in rete articoli, foto, meme, tazebao, volantini virtuali, dati (?), statistiche (?) sul benessere e sull'avanzamento economico, sociale, culturale del tale staterello pre-unitario, degli antichi romani, di questo o quell'altro popolo del mondo che ora si trova in situazione catastrofica in tutti e tre i campi sopra citati ... povero in canna, con un popolo ignorante ed arretrato culturalmente, per fare l'ipotesi peggiore.

Ora, senza entrare nel merito di quanto vi sia di vero e quanto di leggenda nelle tante affermazioni che circolano, in un attacco di mattutino di "cattivismo" (visto che il "buonismo" non e' più di moda), ricordiamo agli amici neoborbonici, ai diversamente nostalgici dell'eta' dell'oro (dalla Magna Grecia, al "quando c'era lui" alla scomparsa della Lira), ai terzomondisti col senso di colpa (tutta colpa dell'occidente), etc etc che ...

... celebrare glorie passate vere o presunte non deve diventare comodo alibi per non fare un cazzo nel migliorare proprio futuro!



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martedì 16 agosto 2016

PROCESSO “RAGIONATO” PER LA GESTIONE DEI “POSTATORI SERIALI” DI SCEMPIAGGINI

Questo processo, un giochino ferragostano, si propone di "razionalizzare" (fosse facile) i comportamenti degli internauti alle prese con la quotidiana ridde di post complottardi, bufalari, razzisti, inutilmente insultanti, violenti, etc. 
Ne avevamo postato una versione iniziale prima di Ferragosto sul nostro gruppo Facebook, abbiamo raccolto i commenti ed eccone una versione riveduta e corretta in due lingue, inglese ed italiano. 
Fatene (buon) uso e, mi raccomando ... alle volte riflettiamo sui postulati perché in errore potremmo essere proprio noi!