Diretta Spread

mercoledì 16 novembre 2016

POSIZIONE ITALIA SU BUDGET UE: DISTINGUERE LA RINCORSA ALLA DEMAGOGIA DALLA SOSTANZA

Dopo la "censura" alle bandiere della UE dietro alla scrivania, il governo italiano continua nella sua linea di smarcamento dalla perfida Bruxelles, stringendo l'occhio alle pulsioni eurofobe ed euroscettiche, alcune delle quali basate su fatti non proprio privi di fondamento.


Come annunciato ormai da tempo, il governo tricolore ha roboantemente dichiarato di voler mettere il "veto" al bilancio UE, minaccia della quale abbiamo dato atto nel nostro gruppo FaceBook poche ore fa.


Ora, senza entrare nel merito delle questioni sollevate, delle quali stiamo discutendo in altra sede, questo atteggiamento appare quantomai stucchevole se si pensa che, per tutta la durata del governo Renzi, l'ITALIA HA VOTATO COSTANTEMENTE A FAVORE DI TUTTI, MA PROPRIO TUTTI, i provvedimenti discussi in sede di Consiglio UE!


Ora, vedremo per quanto tempo il duo Renzi & Gozi riusciranno a tenere il broncio ... ma ci aspetteremmo quanto meno un atteggiamento meno supino sui provvedimenti concreti controversi (e ce ne sono), che renderebbe più credibile e coerente le attuali prese di posizione per non fare l'ennesima figura della "tigre di carta".
Tigre di carta

giovedì 10 novembre 2016

ALCUNI DATI INTERESSANTI MA NON ABBASTANZA EVIDENZIATI DAI MEDIA SULLE ELEZIONI PRESIDENZIALI USA

All'indomani dello "choc" (per quelli che nei mesi scorsi hanno dormito, non hanno visto o non hanno voluto vedere) successo del controverso Donald Trump, vale la pena di compiere una riflessione più approfondita sul risultato elettorale, che vada al di la' del becero semplificazionismo che vede contrapposti i "catastrofisti" agli entusiasti sostenitori del "cambiamento" (???) rappresentato dal neo-presidente.

A questo proposito, abbiamo dato conto nelle settimane scorse che la corsa Trump vs Hillary ed il miraggio del bipartitismo fosse in realtà una pietosa mistificazione dei mezzi di (dis)informazione di massa locali ed internazionali, che hanno omesso di considerare anche gli altri candidati in lizza (il c.d. "terzo partito") nel corso della rivoltante campagna elettorale e la (conseguente) fortissima percentuale degli astenuti.

Alcuni dati che abbiamo preso velocemente online per introdurre il tema di discussione

  1. Astensione: hanno votato meno del 52% degli aventi diritto, pari a circa 128milioni su del corpo elettorale di circa 241 milioni (di cui circa 200 si erano registrati per votare). Il dato e' più basso non solo di quello record del 2008, quando "l'effetto Obama" mobilito' schiere di votanti, ma anche di quello del 2012 quando la luna di miele era già ormai tramontata. Si conferma quindi una tendenza al declino che e' iniziata ormai dagli anni '50 del secolo scorso, che evidenzia quindi stanchezza, sfiducia ed il sentimento di dover partecipare ad un esercizio plebiscitario, dovendo scegliere fra due candidati dei quali non si condividono le idee (e non avendo forse ne' conoscenza ne' convinzione ne' motivazione per votare il "terzo partito"). Abbiamo sempre sostenuto che il diritto di astenersi e' uno dei cardini della cosiddetta "liberaldemocrazia" compiuta, ma e' anche vero che quando essa continua nel tempo essa indica un fallimento del sistema politico nel produrre "alternative" percorribili che restituiscano fiducia nel processo democratico ed invoglino la "partecipazione" popolare, che il mero astensionismo fine a se stesso non contribuisce a formare se non attraverso un difficile esercizio di "astensionismo attivo" che presuppone un elettorato maturo, interessato alla "cosa pubblica" e non disponibile a votare "il meno peggio".
  2. L'elettorato del "terzo partito", vale a dire l'insieme di tutte le forze che non siano i due oligopolisti (Repubblicani e Democratici) che puntualmente ad ogni elezione si spartiscono le "spoglie", ha raccolto circa il 5% dei voti, vale a dire quasi 6 milioni di elettori che non si riconoscono nei due "cartelli" elettorali, che sarebbe meglio chiamare "comitati d'affari".
Fonte


In USA queste realtà divise e disorganizzate (astensionisti più o meno attivi e "non conformisti" del "terzo partito") rappresentano una (corposa) minoranza, dispersa e spesso legata a visioni discutibili del mondo, dell'uomo e delle storia (ma di certo non peggiore di vari esponenti di primo piano dei due principali contendenti).
La situazione europea e' molto diversa, in quanto gli "spazi" politici sono stati occupati da una serie di personaggi, spesso coscientemente "mediatizzati" visto che la loro estrosità "tirano su gli ascolti", i "squatters elettorali" onnipresenti alle trasmissioni di intrattenimento e che hanno nei fatti bloccato la possibilità di costruire una alternativa di governo credibile (ed evitiamo di fare nomi e cognomi, onde evitare scatenare cagnare da parte dei rispettivi "partigiani").  Ci rimangono quindi sono gli "astensionisti attivi" sui quali sperare per "dare una scossa" al sistema inceppato.
Da essi si deve e si può partire per costituire una base da plasmare per ripartire e proporre un'alternativa credibile e non congreghe folcloristiche, stimolando quella partecipazione di base che sola può assicurare un futuro al sistema di democrazia rappresentativa come lo conosciamo. 
Esso e' arrivato al limite della formula, alla "oclocrazia" ed ai demagoghi, alcuni ben riconoscibili e quindi non pericolosi, altri in incognito sotto le rassicuranti vesti di politici "responsabili" e "razionali", che spesso nascondono invece inconfessabili compromissioni con il sottobosco finanziario-malavitoso che e' il vero "king-maker" (o il "puparo"), che dir si voglia ... 

mercoledì 2 novembre 2016

NON SOLO TRUMP VS HILLARY

Gli Stati Uniti, si sa, sono un paese complesso per non dire complicato ... anche per quanto riguarda le elezioni presidenziali. 

Mentre gli occhi del mondo (e dell'Unione) sono puntati su due candidati "diversamente pessimi", ce ne sono altri in lizza, moltissimi, che non fanno le prime pagine dei giornali ... in un circolo vizioso del ... "meno ne parli, meno possibilità hanno, meno ne parli, etc" ... dei veri e propri "candidati senza voce" ai quali ci sentiamo quindi vicini, senza entrare nelle specificità della loro proposte politiche (alcune delle quali decisamente folcloristiche). 

Il primo fra questi cosiddetti "terzi partiti" e' rappresentato, anche in questa occasione, dai cosiddetti "libertari" (individualismo estremo, libertà di impresa, lotta allo stato sprecone ed al welfare state), che sono presenti in tutti e 50 gli Stati dell'Unione e nel Distretto Federale di Columbia. Seguono, presenti in 40 stati, i "verdi" (saltato Bernie Sanders dalla nomination democratica ora hanno le mani libere) ed il "partito costituzionale" (proto-conservatori di tendenze teocratiche). In posizione di rincalzo un'altra trentina di partiti e candidati indipendenti di varia colorazione (con la solita parcellizzazione "a sinistra" vista la proliferazione di partiti "socialisti"), seguiti da centinaia di candidati senza alcuna rappresentazione o rappresentatività (per la lista completa si veda questo link).  

Insomma, se i cittadini USA non si considerano rappresentati in larga parte dai candidati emersi dalle primarie dei partiti tradizionali (Donald Trump, Repubblicano e Hillary Clinton, del Partito Democratico) ed hanno voglia di registrarsi e partecipare, non hanno che l'imbarazzo della scelta.

Immagine: politics1.com.
Partecipa alla discussione nel nostro gruppo FaceBook!

TURCHIA: AVVICINAMENTO FRA ERDOGAN ED I "KEMALISTI"?

GroßeKoalition in Turchia in un "compromesso" storico degno delle migliori alchimie del bizantinismo locale?

Viviamo tempi interessanti ... nazionalismo laico e "fascismo islamico" (si, lo sappiamo, e' un termine improprio ma entrato ormai in letteratura "scientifica", quindi consentitecelo ) che vanno a braccetto ... ci mancano solo i lupi grigi con l'ultra-nazionalismo "nero" e poi siamo a posto!
 
Discutine con noi nel nostro gruppo FaceBook!
 

L'ISTERIA SUI COSACCHI ED IL "PERICOLO ROSSO", CON OLTRE MEZZO SECOLO DI RITARDO

Dal nostro corrispondente a Mosca, Maurizio C.
Abbiamo più volte evocato la "media war" in atto rispetto alla contesa fra il cosiddetto "occidente" e lo "orso russo" rappresentato nell'immaginario collettivo da Vladimir Putin.

Il dubbio che ci assale, analizzando alcuni degli articoli della stampa nostrana, non ultimo quello de "La Stampa" di oggi, è sempre lo stesso: manipolazione o cattiva informazione?

Va da se che, anche all'osservatore più "partigiano" ma con ancora un minimo di senso critico, l'articolo della stampa parrebbe più interessato ad avvicinare i "5 stelle" all'orco Putin per riabilitare il nobile Renzi, quindi non vale neppure la pena di discutere sul merito.
  
Solo pochi giorni fa il Corriere, pubblicando un articolo del corrispondente italiano in Russia (che in Russia non ci sta affatto e che vive, quindi, di informazioni di seconda mano), parlava di un paese pronto alla terza guerra mondiale con tanto di razionamento del grano. Cattiva informazione senz'altro, ma anche populismo, perché parlare di Russia pronta a bombardare fa molto cool.

RT (ex Russia Today) è una testata del Cremlino, lo sanno tutti. ma che dedichi "un’ampia copertura alle news italiane" è una supposizione della stampa priva di fondamento: basta dare un'occhiata al sito per rendersene conto.
In Russia nessuno conosce Renzi (sottolineo NESSUNO): i più informati sanno semplicemente che il premier non è più Berlusconi.
 
Qualsiasi quotidiano è politicizzato, anche il più neutrale (basti pensare al Sole24 ore, che per merito di Napoletano è diventato in politica interna obiettivo quanto l'Unità dei bei tempi andati) ... e ognuno sceglie la testata più in linea a conferma delle proprie teorie (il famigerato "confirmation bias" che già abbiamo evocato piu' volte in passato, n.d.r.).
 
Gli americani hanno risvegliato (pensando di trarne vantaggio) i risentimenti anti-russi degli ex paesi sovietici. odii comprensibili ma legati al passato URSS o Zarista, ed assolutamente ridicoli oggi.

In Lituania addirittura pare (sottolineo pare, non ho indagato) che il governo stia addirittura distribuendo volantini per preparare la popolazione ad un'invasione russa. Questa è isteria, o demagogia, oppure mera propaganda per distogliere l'attenzione da problemi reali. La Germania nei mesi scorsi ha definito il rischio di un'invasione russa reale quanto la minaccia dell'ISIS; vorrei chiedere alla Merkel quanto pensa sia possibile che Mosca invii tank su Berlino!

I governi occidentali stanno cercando un nemico esterno per distogliere l'attenzione da problemi interni: non ci sarà alcuna invasione ne' guerra nucleare... a meno che non saremo noi stessi a renderla inevitabile, prigionieri delle nostre paure o pregiudizi.

Una cosa pero' possiamo fare: evitiamo di rilanciare puttanate descritte da articoletti di bassa lega dalla povera stampa nostrana, almeno!


martedì 1 novembre 2016

500 anni di Riforma Protestante

Si sono aperte ufficialmente ieri le celebrazioni per il mezzo millennio della Riforma Protestante, che dureranno un anno e per le quali la Germania ha stanziato cifre considerevoli (si parla di una cifra fra i 500 milioni ed il miliardo di Euro che saranno recuparati, almeno in parte, attraverso i turisti che arriveranno per questa sorta di Giubileo d'oltralpe e che porterà in terra tedesca molti dei circa 800 milioni protestanti nel mondo, situati principalmente in terre con un alto potere di spesa pro-capite).

Secondo la tradizione, il 31 ottobre 1517 Martin Lutero (religioso e professore di teologia all'università di Erfurt) affisse le famose 95 tesi sul portone della Chiesa di Ognissanti a Wittenberg. Le tesi denunciavano le pratiche mondane della Chiesa di Roma, soprattutto al cosiddetto "traffico delle indulgenze".

Perché anche noi, dichiaratamente laici per quanto riguarda la vita pubblica, riteniamo importante ricordare questo momento? Beh, perché l'impatto fu dirompente: su questioni fondamentalmente religiose si innescarono una serie di rivendicazioni politiche con principi locali che fecero proprio il discorso luterano facilitando l'affrancamento non solo economico, strategico, politico ma anche culturale dell'area Germanica dall'Europa meridionale, quest'ultimo facilitato dalla traduzione in tedesco della Bibbia ad opera dello stesso Lutero.

La Riforma ebbe anche come effetto lo scatenarsi di disastrose e crudelissime "guerre di religione" che insanguinarono il continente europeo per almeno due secoli fino ad almeno alla pace di Westfalia del 1648, che concludeva la c.d. "Guerra dei Trent'anni" che aveva ridotto, insieme alla peste nera portata dalle truppe, la popolazione dei principati coinvolti anche del 50%. Risulta obbligato un parallelo con quanto sta succedendo in questo momento nel mondo arabo, dove nella secolare rivalità religiosa Sunniti-Sciiti si innestano invece interessi economici e politici molto terreni. 

Nasceva pero' anche quella "etica protestante" resa immortale dal concetto weberiano su cui e' imperniato lo spirito del capitalismo "sano" ed al quale sarebbe auspicabile un ritorno ... che si debba anche noi preparare qualche decina di tesi per affiggerle nel portale virtuale della cattedrale del neo-paganesimo moderno che si chiama Internet?

Discutine con noi nel nostro gruppo FaceBook