L'ITALIA è ricca di cultura ma vive di rendita su un passato glorioso fondato
da una ristretta élite illuminata secoli fa ... e come nel passato, la
maggioranza di noi italiani siamo ignoranti e pure presuntuosi.
Ora, questo deficit si riflette in molti campi, dalla "cultura" propriamente detta; alla ricerca scientifica; alla registrazione di brevetti stagnante, con conseguente "obsolescenza" del paese; all'economia; alla politica.
Ora, se è vero che l'essenza della Democrazia è che tutti possano accedere alla politica, dal contadino, all'operaio, al barone universitario e che la
visione "elitista" per cui solo chi fosse ai vertici della sapienza
potesse ambire a prendere possesso delle leve del governo è stata
superata da tempo, ciò non significa che si debba passare all'estremo opposto di coloro i quali giudicano solo in base al "pezzo di carta" ed invece considerare l'ignoranza un valore o un elemento "neutro".
Nel campo specifico della politica abbiamo ormai "sdoganato" l'assenza di una formazione specifica in materie come il diritto e l'economia un "valore" nel senso di un malinteso rinnovamento.
Va detto, per onestà intellettuale, che ci sono altri metodi per giudicare la competenza, come scritto precedentemente; il "pezzo di carta" non è condizione necessaria né sufficiente, ma una sua assenza consente di avanzare ragionevoli dubbi in proposito. Se non si è neppure in grado di capire,
per mancanza di conoscenze di base, la ratio dietro il processo
legislativo o i fondamentali dell'economia politica, che cosa si pretende di voler rappresentare? Dovremmo rendere obbligatorio un corso di formazione specifica per tutti i neo eletti al parlamento, visto che di tempo per applicarsi sicuramente ne avranno?
Solo qualche lustro fa, gli elementi che sembravano essere privilegiati nella formazione del "politico", al netto del voto di scambio, erano valori come la responsabilità, la conoscenza, il buon senso, che però da
qualche anno pare non vadano più di moda.
Per noi l'ignoranza rimane un
disvalore, ma a quanto pare non per il sentimento comune dell'elettorato. Ai nuovi aspiranti politici, quindi, sconsigliamo di seguire il percorso formativo prima
di avventurarsi in politica, completando tutti gli studi
necessari (magari facendo sacrifici se non si proviene da famiglie agiate) in modo da sentirsi a posto con la propria coscienza e poter servire al meglio il proprio paese.
Gli elettori ritengono ciò non
necessario. Ne prendiamo atto, abbiamo sbagliato noi, a quanto pare ...
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AGGIORNAMENTO
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PREPARAZIONE DEI PARLAMENTARI
Abbiamo inviato una proposta ad istituzioni e partiti politici relativamente a questo tema ... con speranza che ci rispondano o la facciano propria ...
Viste polemiche su livello culturale dei parlamentari, che ne dite di rendere obbligatorio un corso di formazione specifica (es. #dirittocostituzionale ed #economiapolitica) per tutti i neo eletti? @SenatoStampa @Montecitorio @M5S_Camera @M5S_Senato @forza_italia @LegaSalvini pic.twitter.com/bDup7TlbQX— Candidati Senza Voce (@Candid_S_Voce) April 1, 2018
Siamo diventati prigionieri del nostro glorioso passato,ormai è un alibi dove ci crogioliamo pateticamente, un rifugio un asso nella manica che non sorprende più nessuno.Stiamo vivendo un soft/collasso sociale economico culturale,in questo paese manca la freschezza dei nostri prati,l'audacia dei nostri nonni,la voglia di valorizzare il nostro passato con gli strumenti del presente.Siamo mediocrizzati ma prepotenti siamo sudditi ma ci sentiamo tutti esseri supremi,se le banche chiedessero i rubinetti del credito ne vedremmo delle belle.Questa nazione deve ricominciare al più presto a correre investendo nella cultura quella attuale e quella del futuro da utilizzare ai più svariati campi dobbiamo per sopravvivere attualizzare il nostro vivere e i nostri saperi,per rappresentare il popolo e quindi la nazione bisognerebbe avere obbligatoriamente frequentato delle scuole create ad hoc,ma questo renderebbe il deputato almeno moralmente più robusto e sappiamo che oggi la coscienza è un problema.
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