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lunedì 8 gennaio 2018

ASTENSIONISMO ELETTORALE: TATTICA VS STRATEGIA

Riteniamo opportuno puntualizzare alcuni concetti perché si sta facendo molta confusione nel dibattito sull'astensionismo. L'astenersi da voto finché non si trova qualcuno di decente per il quale votare non significa smettere di fare politica, tutt'altro! 

A differenza dei movimenti propriamente anarchici, per i quali (semplifichiamo) le sovrastrutture della "democrazia rappresentativa" sono da rigettare in quanto tali, le cosiddette "sinistra" e "destra" extraparlamentare fino all'inizio / meta' degli anni '90 del secolo scorso hanno proprio operato questa scelta (a volte obbligata) ... nel momento in cui hanno trovato qualcuno che si e' caricato delle loro istanze (si parlo' allora di "sdoganamento"), esse hanno trasformato movimenti di opinione in attori politico-partitici. Perché a quel punto tornare a votare valeva la pena!

Ed e' proprio questo che si propone e sta facendo CSV! Con buona pace di chi non capisce o fa finta di non capire o non vuole capire o capisce ed allora si spaventa e corre ai ripari perché ha paura che gli si rompa il giocattolo.

In altre parole:

L'astensione elettorale e' una scelta tattica che si propone di rendere consapevole la parte più attenta della politica-partitica nella opportunità che l'area "senziente" del non-voto rappresenta e della necessita' di venire a patti con questa area, che ha come obiettivo strategico la partecipazione alla gestione del potere in modo da realizzare la propria visione del mondo.




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