Gli Stati Uniti, si sa, sono un paese complesso per non dire complicato ... anche per quanto riguarda le elezioni presidenziali.
Mentre gli occhi del mondo (e dell'Unione) sono puntati su due candidati "diversamente pessimi", ce ne sono altri in lizza, moltissimi, che non fanno le prime pagine dei giornali ... in un circolo vizioso del ... "meno ne parli, meno possibilità hanno, meno ne parli, etc" ... dei veri e propri "candidati senza voce" ai quali ci sentiamo quindi vicini, senza entrare nelle specificità della loro proposte politiche (alcune delle quali decisamente folcloristiche).
Il primo fra questi cosiddetti "terzi partiti" e' rappresentato, anche in questa occasione, dai cosiddetti "libertari" (individualismo estremo, libertà di impresa, lotta allo stato sprecone ed al welfare state), che sono presenti in tutti e 50 gli Stati dell'Unione e nel Distretto Federale di Columbia. Seguono, presenti in 40 stati, i "verdi" (saltato Bernie Sanders dalla nomination democratica ora hanno le mani libere) ed il "partito costituzionale" (proto-conservatori di tendenze teocratiche). In posizione di rincalzo un'altra trentina di partiti e candidati indipendenti di varia colorazione (con la solita parcellizzazione "a sinistra" vista la proliferazione di partiti "socialisti"), seguiti da centinaia di candidati senza alcuna rappresentazione o rappresentatività (per la lista completa si veda questo link).
Insomma, se i cittadini USA non si considerano rappresentati in larga parte dai candidati emersi dalle primarie dei partiti tradizionali (Donald Trump, Repubblicano e Hillary Clinton, del Partito Democratico) ed hanno voglia di registrarsi e partecipare, non hanno che l'imbarazzo della scelta.
Immagine: politics1.com. Partecipa alla discussione nel nostro gruppo FaceBook! |
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