Dato per
spacciato, il sultano è ancora vivo e vegeto. I risultati della mattina
confermano quelli della notte ed assegnano la maggioranza assoluta al AKP.
Rimane la
"vexata quaestio" sul come abbia fatto Erdogan a risalire nei
consensi, dopo il ridimensionamento di qualche mese or sono.
Senza addentrarci
in teorie "esotiche" e difficili da dimostrare, a nostro avviso
l'elemento chiave risiede nell'aggravamento della situazione interna ed
internazionale sul piano della sicurezza.
- Il susseguirsi di drammatici fatti di sangue (in primis il sanguinoso attentato dell'undici ottobre alla manifestazione pacifista di Ankara);
- La recrudescenza degli scontri con i Curdi;
- La pressione dei milioni di profughi e rifugiati che sono assistiti nei campi in Turchia o semplicemente la attraversano per raggiungere i Balcani via terra o via mare;
- Il controverso rapporto con l'ISIS;
Ora, quello che
ci si può attendere è certamente una ulteriore radicalizzazione del discorso e
dell'azione politica di Erdogan (nonostante a quanto pare non abbia comunque i
numeri per procedere ad una riforma costituzionale monocolore). Il nuovo canale
diretto con l'Europa (l'accordo di pochi giorni fa che potremmo riassumere
"profughi contro soldi") potrebbe allentare la pressione sul governo
di Ankara in temi di diritti umani e spingere quindi la ricerca di una
"soluzione finale" al problema curdo e ridurre al silenzio le
opposizioni.
Appare quindi chiaro all'occhio dell'osservatore esterno che
le acque increspate sono ben lungi dal quietarsi e nuove nubi minacciose si
affacciano all'orizzonte.
Per ulteriori
letture sul tema si rimanda a:
- Erdogan’s AKP wins crucial election
- TURCHIA: IL PARTITO DI ERDOGAN VINCE LE ELEZIONI
- TURCHIA: ERDOGAN CHIUDE LA BOCCA AI MEDIA IN ATTESA DELLE PROSSIME ELEZIONI
- ERDOGAN: DA DITTATORE A SANTO!
- La vicenda dei profughi/migranti si arricchisce di un nuovo capitolo
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