Riceviamo giornalmente richieste di postare "riflessioni" (?) o meglio "lamentazioni" sullo stile "prima gli italiani", come quella sottostante.
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Discorsi di sicuro impatto nelle menti di cittadini perennemente incazzati (anche a ragione), ma oltremodo semplicistico e strumentale, funzionale piu' che altro al raccatto di qualche click nella migliore delle ipotesi o qualche sostanziosa percentuale alle elezioni, come successo in occasione delle recentissime politiche.
Invitiamo i nostri lettori a rendersi conto che:
- I cittadini italiani già godono di uno dei più alti standard di vita del mondo e non sarà certamente la % del PIL spesa in aiuto allo sviluppo che farà la differenza, quanto piuttosto gli sprechi e le ruberie generalizzate che caratterizzano la gestione della "cosa pubblica" nel paese;
- Non si aiuta gratuitamente ma in quanto la pace e la stabilità nelle regioni limitrofe garantisce anche la nostra nel breve – lungo termine;
- Aiutare gli altri paesi significa anche stabilire relazioni di carattere politico, economico e commerciale, di comune interesse per la crescita economica;
- Aiutare lo sviluppo di certi paesi evita anche afflusso dei c.d. “migranti economici” con tutti i problemi di carattere socio-economico annessi (o li aiutiamo a "casa loro" ma come si deve e non a chiacchiere, oppure ce li ritroviamo in casa, tertium non datur).
Quindi, prima di trarre conclusioni affrettate da frasi ad effetto che parlano "alla pancia" piuttosto che al cervello, sarebbe il caso di pensare bene agli impatti di certe scelte.
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