giovedì 29 novembre 2018

POSTE ITALIANE PERDE IL MONOPOLIO: IL GOVERNO CONCEDE AUTORIZZAZIONE AD AMAZON.



CSV : ERA ORA! Basta con questi monopoli. 

Amazon puo' stare sulle balle ma anche il carrozzone prima pubblico poi sedicentemente semiprivatizzato 

poste & affini non e' da meno, in quanto ad aver succhiato denaro pubblico per decenni





BREXIT: ANALISI COSTI- BENEFICI RILASCIATA DAL GOVERNO.

Il governo Inglese ha finalmente rilasciato l'analisi di costi-benefici che deriveranno dai vari scenari di Brexit. I costi sono quelli sotto la linea allo 0%, i benefici quelli sopra la linea. Gia' fa ridere cosi' ma fa ancora piu' ridere pensare che il modello dei benefici e' stato fatto assumendo che gli UK riusciranno a firmare dei trade deals con i seguenti paesi: US, Australia, New Zealand, Malaysia, Brunei, China, India, Brazil, Argentina, Paraguay, Uruguay, UAE, Saudi Arabia, Oman, Qatar, Kuwait and Bahrain.


mercoledì 28 novembre 2018

LA FAVOLA DELLA BANCA CENTRALE GIAPPONESE



ll mirabolante ritorno alla lira, con la banca centrale che stampa denaro all’infinito per finanziare la spesa pubblica, è, per i partiti populo-sovranisti italiani, l’equivalente della Terra Promessa di biblica memoria. E per abbindolare gli adepti, la canea somarista porta ad esempio il caso del Giappone che ne dimostrerebbe l’efficacia.















Peccato che la ricetta non funzioni ed il Giappone sia in stagnazione dal 1991. Nel periodo 2000-2017 la crescita mondiale della ricchezza pro-capite è stata del 79,8% mentre quella del Giappone di appena il 17.8% come riportato nella sottostante tabella.


Il fenomeno della stagnazione economica nel Paese del Sol Levante, innescato dallo scoppio nel 1991 di una “bolla economica” che iniziò a gonfiarsi nel 1986 sul mercato azionario ed immobiliare, è ben noto in tutto il mondo. Nel futile tentativo di stimolare la crescita, il Giappone da tempo incrementa la spesa pubblica grazie alla propria banca centrale che acquista le obbligazioni emesse tramite la creazione di nuova valuta (senza tuttavia operare sul mercato primario). Ma tale strategia ha fallito, e infatti nel terzo trimestre del 2018 la crescita è stata negativa. E per di più il governo nipponico grazie alla stampa di moneta ha evitato di implementare politiche di riforme che affrontassero le maggiori criticità. Il debito giapponese è esploso fino al 250% del PIL, con la conseguenza di far eclissare gli investitori stranieri. Oggi circa il 90% del debito pubblico giapponese è finanziato internamente tramite fondi pensione e similari. Vale ribadire che il sistema pensionistico in Giappone è per lo più a capitalizzazione e non a ripartizione come quello italiano. La spesa pensionistica oltre ad avere un’incidenza sul PIL molto più bassa di quella italiana (quasi la metà), dirotta la raccolta dei contributi sociali, verso quei fondi pensione attraverso cui viene finanziato parte del debito giapponese.

Un’altra cruciale considerazione riguarda il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, con il conseguente impatto negativo sul PIL. Nel 2005 il tasso di natalità in Giappone, ha toccato un picco negativo di 1,26 nascite per donna ed il tasso di dipendenza degli anziani (rapporto tra numero di persone nella fascia di età 65+ e popolazione in età lavorativa 15-64 anni), viaggia verso il 50% previsto nel 2050 (per l’Italia la stima è addirittura del 67.7%, Ageing Report 2018), con un conseguente calo del PIL pro-Capite di diversi punti.




Quindi la situazione nel lungo periodo è destinata ad aggravarsi. La minore offerta di lavoro aumenterebbe poi il rapporto capitale/lavoro con un conseguente calo dei tassi di interesse (già estremamente bassi in Giappone, prossimi allo zero) determinato anche da minori consumi, con effetti diretti in termini di minore gettito fiscale. Ed a questo si deve aggiungere che il progressivo invecchiamento della popolazione provocherà un aumento di spesa pubblica medica e di assistenza agli anziani. Mentre altre nazioni hanno risolto simili trend accettando un flusso di immigrati per integrare nuova forza lavoro, l’Italia ed il Giappone sono gli unici paesi che rifiutano gli immigrati regolari. Infine, un altro elemento della crisi cronica giapponese, è una legislazione del lavoro caratterizzata da un vasto numero di contratti non regolari. Questo non consente ai cittadini giapponesi che peraltro hanno sempre nutrito un’alta propensione al risparmio) di nutrire una fiducia nel futuro che induca a maggiori consumi. Una nota di colore a tal proposito viene dagli stessi profeti delle virtù taumaturgiche del modello economico giapponese. La tesi della pseudo economia sovranista, sostiene che in realtà l’Italia è un paese virtuoso, ma frenato dai trattati europei e dall’euro. A sostegno adducono la somma di debito pubblico e debito privato presentandola come indicatore dello stato di salute di una nazione all’interno di un cruscotto comunitario. Tale tesi balzana sottende alla nozione che il governo possa disporre a piacimento della ricchezza privata, e quindi i politici possano espropriarla quando loro aggrada. Insomma apre la strada a patrimoniali, ergo prelievi forzosi più o meno gravosi, come del restoipotizzano numerosi esponenti di spicco dell’attuale governo. In conclusione, alla fine dell’itinerario somarista, costellato da fantasiose teorie di spacciatori di magiche ricette pseudo-economiche, si arriva sempre alle tasche dei risparmiatori onesti. Quelli che promettono l’eterna ricchezza nel paradiso della stampa illimitata della nuova lira con l’equazione fasulla “spesa + svalutazione = benessere”, spalancano la porta al destino venezuelano.

domenica 25 novembre 2018

LUIGI DI MAIO LOTTA CONTRO IL LAVORO NERO MENTRE LA DITTA DI FAMIGLIA ...

Salvatore Pizzo, un concittadino di Pomigliano d’Arco (Napoli) del ministro del Lavoro, denuncia: “Io finito in ospedale mentre lavoravo in nero nella ditta edile della famiglia Di Maio”. Tutta la storia nel servizio di Filippo Roma, stasera a Le Iene dalle 21.10 su Italia1



VERSO UN GOVERNO TECNICO?

CONTE: "CON QUESTO DOSSIER RIVOLUZIONIAMO L'ITALIA" , MA ALLA MERKEL SCAPPA UN SORRISO. STEFANO MRTZ: L'ULTIMA VOLTA CHE LA MERKEL SORRISE SU DI UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO ERA ASSIEME A SARKOZY ED ERA IL 2011..GOVERNO TECNICO CONFIRMED.

sabato 24 novembre 2018

FALSARI E CIALTRONI AL POTERE?



Di Maio annuncia lacard per il reddito di cittadinanza, ma non c'e' la legge.
Sul sito del Ministero del lavoro non risulta alcun bando pubblico .

CSV: E se cosi' fosse?

Antonio Ripa: 6 milioni di tessere per il Reddito di Cittadinanza a fronte di un budget di 9 miliardi, ovvero 1500 euro a tessera, che diviso per dodici mesi sono 125 euro al mese. Chi e' che prende per i fondelli 60 milioni di italiani?

venerdì 23 novembre 2018

LA CLASSE POLITICA E' DIVENTATA ACQUA?


Un amico di CSV ci ha inviato questo messaggio, che riteniamo degno di discussione,
sulla situazione del sindaco della Capitale Virginia Raggi,

"
Buongiorno, premessa (spero) breve e doverosa. Avevo creduto molto nella Raggi agli inizi, mi ha molto deluso rispetto alle promesse (fine premessa) Riguardo lo sgombero c'è un però, di metodo direi.
  • Se non sgombera, perché non sgombera, è collusa o incompetente
  • Se sgombera, e nessuno se l'aspettava, si poteva fare di più e chissà cosa c'è sotto
  • Se si fa vedere, operazione di facciata
  • Se non si fa vedere, non ci vuole mettere la faccia
  • E quei Casamonica non valgono niente, se sgombera. 
  • Eh, ma la Angeli è stata la vera promotrice E così andare, avete capito cosa intendo
Il problema lo sapete qual è? Che io in giro non vedo novelli Nathan o Argan e noi avremmo bisogno proprio di quelle figure. Ne avremmo bisogno a livello locale e centrale, perché vogliamo credere che il sindaco di Roma sia veramente il sindaco di Roma e non il governo? I piemontesi si spesero ideologicamente, a livello anche anticlericale, per fare di Roma una capitale. Il fascismo, con altri paradigmi, investì moltissimo nella Roma capitale imperiale. Nel dopoguerra questi slanci si erano persi ma abbiamo avuto grandissime figure. Ora?

"

Considerazione di CSV:

Caro amico, effettivamente sul caso specifico hai anche ragione tu, come fai sbagli... ma non glielo ha ordinato il medico di prendersi questa gatta da pelare ... fare il sindaco comporta oneri ed onori ... altrimenti poteva rimanere a fare le fotocopie da Previti

Ora, parlando seriamente ... probabilmente ci sono ma non riescono ad emergere ... la mediocrità dilagante ed il compromesso al ribasso generalizzato nella selezione della classe politica ci hanno portato a personaggi del genere, a tutti i livelli ... dai comuni alla commissione europea. Anche per questo motivo creammo all'epoca "Candidati Senza Voce", proprio per permettere a quei candidati meritevoli ma non mediaticamente costruiti di potersi battere ad armi pari nelle elezioni e selezionare in tale modo si spera i migliori e non bambocci da "beauty contest" elettorale o gli utili idioti del "parco buoi".











mercoledì 21 novembre 2018

COSA COMPORTA LA PROCEDURA DI INFRAZIONE.



1.- MULTA FINO A 9 MILIARDI DI EURO, 0.2 DEL PIL.

Prima della loro attuazione l'Ue dà al Governo ulteriori possibilità di conformarsi ai parametri 
europei: ogni 6 mesi il paese e' tenuto ad inviare un report di aggiornamento sul bilancio.

2- CONGELAMENTO FONDI STRUTTURALI

Finanziamenti che l'Ue dà agli stati membri per effettuare investimenti volti a favorire la crescita economica e occupazionale del paese.Come già scritto diverse volte l'Italia e' tra i membri che ne beneficiano maggiormente.

3- STOP AI PRESTITI DELLA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI. Potrebbe inoltre perdere l'accesso al programma di acquisto dei titoli di Stato.


Questa la procedura:

Il parere espresso dalla Commissione di bocciatura della manovra italiana passerà al Consiglio dell'Unione Europea per essere discusso , intorno il 6 dicembre dovrebbe arrivare il parere dell'Ecofin (Consiglio dei Ministri e delle Finanze degli Stati membri dell'Ue).

L'attivazione della procedura di infrazione dovrebbe avvenire il 22 gennaio i quali effetti dovrebbero farsi vedere intorno la primavera del 2019.


Auguri Italia!

martedì 20 novembre 2018

SINGAPORE, LUSSEMBURGO, USA PAESI PRONTI AL FUTURO, ITALIA FUORI TOP 100.



Il World Economic Forum non inserisce il nostro paese tra i primi 100 al mondo sulla base della loro capacita' di proiettarsi verso il futuro in continuo cambiamento (intelligenze artificiali, l'automazione, la mobilità ,l'internet delle cose e la trasformazione digitale)


L'Italia non garantisce un quadro normativo flessibile e un ambiente stabile per il business e non ha una visione politico-economico proiettata sul lungo periodo in grado di adattarsi efficacemente alle grandi trasformazioni in atto.

Non mancano le sorprese tra i paesi più “preparati” per il futuro. Le posizioni immediatamente successive sono occupate dai Paesi del Golfo, Arabia Saudita compresa. La Svizzera è nona a pari merito con la Malaysia. Subito dopo c’è la Finlandia, appaiata dalla sorpresa Rwanda. Germania e Olanda sono appaiate al 13° posto.

Gli altri Paesi nordici sono nelle primi venti posizione, tra cui figurano anche India e Azerbaijan. Il Giappone è solo 22°, il Regno Unito 25°, a pari merito con Irlanda, Tajikistan e Kenya.


Per arrivare all'Italia bisogna scendere al 125° gradino.



lunedì 19 novembre 2018

GELA, RECORD DI TUMORI, PROCURA SEQUESTRA NUOVA AREA RAFFINERIA ENI.


Tumore del sangue al colon, asbetosi da amianto, malformazioni alla nascita. A Gela i cittadini che da anni chiedono verità su cause ed effetti dell’inquinamento sperano nel lavoro della magistratura


La Procura ha sequestrato un’altra area di smaltimento dei rifiuti nella raffineria Eni seguendo un nuovo filone di indagine per il quale sarebbe ipotizzabile il reato di inquinamento ambientale. Per fatti avvenuti dopo il 2015 quando già le attività dello stabilimento erano finite e si sarebbero dovute effettuare attività di bonifica.


BTP ITALIA, RISPARMIATORI ''FREDDI'' DAL PRIMO GIORNO RACCOLTI SOLI 481 MIL.DI EURO.

Debutto sottotono per la quattordicesima della prima giornata di collocamento, la raccolta si ferma poco oltre 481 mil.di euro. lo scorso maggio la prima giornata si chiuse con una raccolta di 2.3 miliardi.


CSV: brutto segnale, in Italia i soldi da investire non ce ne sono più e i fondi esteri non ne vogliono più sapere di comprare i nostri Btp, siamo un paese poco credibile.
Per il momento ne stanno risentendo le banche italiane che vedono il loro valore diminuire, tra non molto questa situazione negativa si fara' sentire anche nell'economia reale.






IL GOVERNO GIALLO-VERDE: PROMESSE, PROPAGANDA E POCHI FATTI.



Andrea Puccio




- All’indomani del crollo del ponte Morandi il governo annuncia la volontà di nazionalizzare la rete autostradale e poi inserisce nella manovra economica 2019 un piano di privatizzazioni del valore di 18 miliardi di Euro. La classica politica del bastone e la carota nel migliore dei casi.
- Di Maio: “Se saremo noi al governo in due settimane bloccheremo il progetto di costruzione del gasdotto in Puglia”. Il Tap si farà perché ci sono troppe penali da pagare, così ufficialmente il governo afferma. Ma in realtà il gasdotto verrà costruito perché gli Stati Uniti così vogliono, preoccupati per la troppa dipendenza dell’Europa dal gas russo proveniente dal gasdotto Nord Stream, di prossima realizzazione. 
- Salvini: “Abrogheremo la Legge Fornero”. Tutti in pensione con quota 100 ma con un taglio dell’assegno pensionistico che potrà arrivare fino al 30 per cento
- Di Maio: “Se passerà un condono su Ischia mi iscriverò al Pd”. Nel decreto su Genova è stato inserito un articolo che permette di condonare gli abusi edilizi compiuti sull’isola. con i voti di due parlamentari campani di Forza Italia, come avveniva nei peggiori mercati delle vacche dei governi precedenti dai 5 Stelle combattuti. Ma quando un voto serve non si guarda in faccia nessuno alla faccia del cambiamento. 
- Invece di far pagare le tasse a chi non le ha pagate il governo inserisce nella manovra economica 2019 la rottamazione delle cartelle esattoriali e cancella la precedente proposta per estendere il carcere agli evasori. Il Presidente Conte definisce il provvedimento la soluzione che permette agli onesti di pagare le tasse. Ma i contribuenti onesti mi risulta sono quelli che pagano le tasse e le imposte alle scadenze, non chi se ne dimentica dando la colpa alla crisi, tanto prima o poi arriva un condono. 
- Il governo approva il Decreto Sicurezza ed intanto dal 1 gennaio al 31 ottobre i morti sul lavoro arrivano a 611. Quale è la sicurezza che si vuole tutelare?
- Con le ruspe per sgombrare le occupazioni a Roma e con i guanti bianchi per trattare con Casa Pound che ha occupato uno stabile da anni nella capitale di cui non paga le bollette e ruba l’energia elettrica. 
- Salvini: Toglieremo le sanzioni alla Russia”. Ma Trump non vuole e in Europa si vota per prolungarle contro i nostri interessi nazionali tanto sbandierati dai due partiti per semplice propaganda elettorale. 
I tassi di interesse che si sono alzati per il governo non sono un problema ma in questi mesi la spesa per interessi ed aumentata di oltre un miliardo di Euro. 
- Se i tassi di interesse si manterranno al livello attuale per tutto il 2019 la spesa per gli interessi aumenterà di sei miliardi di Euro e si mangerà parte delle risorse ottenute con il maggiore indebitamento. 
Per finanziare tutte le promesse della campagna elettorale il governo ricorre ad un ulteriore indebitamento, ma prima delle elezioni i due partiti avevano affermato di avere un piano di risparmio sulle spese per bilanciare le maggiori uscite, dove è finito questo piano? ?
- Salvini: “Ridurremo le accise sulla benzina”, ma negli ultimi mesi i carburanti sono aumentati di circa l’8 per cento. 
- Il reddito di cittadinanza non sappiamo ancora come verrà assegnato e chi ne beneficerà nonostante se ne parli da cinque anni, ma il Movimento 5 Stelle a costo di fare un obbrobrio non può retrocedere pena una grande figuraccia. Le idee sono tante, la platea è più grande del previsto ed i soldi sono pochi. 
- In Sicilia i grillini hanno appoggiato i comitati contro la costruzione del Muos, le grandi antenne del radar militare statunitense, ma poi giunti al governo la Ministra della Difesa Trenta non ha potuto tirarsi indietro, rispettando il volere del padrone americano. 
- Non è stato minimamente messo in discussione l’ampliamento della base americana di Camp Derbi che prevede la costruzione di una ferrovia per collegarla al porto di Livorno. Tale base è la più grande base militare Usa fuori dal territorio statunitense. 
Sicuramente mi sono dimenticato qualcosa, ma solo con questo mi continuo a chiedere come questo governo abbia il consenso che i sondaggi gli danno. Mi chiedo soprattutto come molte persone pensino che meglio questi che gli altri, che bisogna farli governare, che bisogna dargli una possibilità, che in fondo rappresentano le istanze dei cittadini e dei più deboli.



LA FESTA E' FINITA, DOPO CONDOTTE E ASTALDI UN ALTRO BIG PLAYER ITALIANO DELLE COSTRUZIONI ALZA BANDIERA BIANCA.

Dopo decenni di vacche grasse con le casse riempite dai proventi di lavori pubblici spesso clientelari, da qualche tempo la coperta e' diventa troppo corta.Nel frattempo il nuovo governo, invece di pensare a rendere spesa pubblica più efficiente, cerca la soluzione allargando il deficit, perpetuando le cattive abitudini.


La Cooperativa Muratori e Cementisti romagnola (CMC) Ravenna. da tempo in difficolta' finanziarie (fardello debitorio salito a 825 mill. di euro a fine 2017) ha dichiarato ufficialmente che non sara' in grado di ottemperare agli obblighi di pagamento il prossimo 15 novembre.


A rischio stipendi dipendenti, fornitori , interessi maturati dal prestito obbligazionario.


Reddito di cittadinanza per tutti??





 


giovedì 15 novembre 2018

USCIRE DALL'EURO PER USCIRE DAI DEBITI: UNA SCELTA POSSIBILE?

di M. Noris.

L'approccio mentale dell'elettore sembra essere quello di esigere spiegazioni semplici anche nel caso di problemi complessi e i politicanti, recepito il messaggio, rispondono con spot elettorali camuffati da riforme che, sebbene abbiano dimostrato di soddisfare le masse, non forniscono né adeguata comprensione del problema né tantomeno soluzioni reali.

Uno dei topic principali rimane quello del debito pubblico, argomento complessissimo anche tra gli esperti del settore ma che viene ormai trattato con toni da bar.
Anzitutto è necessario sfatare un mito: il debito italiano non è stato creato dall'€uro. Tra scelte sbagliate e "colpi di sfiga", già nel lontano 1994 ammontava al 124% del PIL, con interessi che si aggiravano attorno all'11% del PIL. A fronte di un indebitamento enorme la crescita restava inchiodata al palo, anche in paragone alla media europea, il che si spiega in un modo semplice: l’Italia non si è indebitata investendo nel suo futuro, tutt'altro.

Attualmente il debito italiano ammonta ad oltre 2mila miliardi di euro e, a grandi linee, è così diviso: il 32% in mano a stranieri, il 16% in mano alla Banca d'Italia, il 19% detenuto da Fondi e Assicurazioni, il 27% in mano alle banche e solo il 6% direttamente in mano ai cittadini (ovviamente al netto della quota detenuta dagli investitori "istituzionali" per conto di privati in strumenti come fondi comuni e simili, quindi sottostimanta). La deduzione che solo il 32% del debito sia posseduto da investimenti stranieri è tuttavia errata, in quanto molte delle banche e dei fondi che consideriamo italiani hanno in realtà azionisti stranieri, riducendo sensibilmente la quota considerata "interna".

Una delle posizioni più discusse è quella di tornare a stampare moneta per ripagare il debito, il che senza dubbio potrebbe essere una soluzione. Ma una soluzione che comporterebbe sacrifici pesantissimi, cosa che il governo si guarda bene dal sottolineare.

In presenza di conti pubblici non sostenibili, infatti, una Banca centrale tenderà ad aumentare inflazione e svalutazione, massacrando il potere di acquisto dei cittadini ed erodendo depositi. L'esempio della Repubblica di Weimar è forse il caso più noto: le fabbriche erano costrette a versare gli stipendi giornalmente perché il valore della moneta crollava costantemente ogni ora.
Senza arrivare a casi limite, l'esperienza degli anni '70 dimostra come, durante una crisi, la capacità del governo di controllare l'inflazione sia davvero minima.

Vi è inoltre un altro problema. In caso di uscita dall'euro il debito pubblico difficilmente verrà riconvertito nella nuova moneta, aumentando ancor più la sua incidenza sul PIL. A quel punto potrebbero risultare davvero necessarie misure limite quali patrimoniali, tasse sulle successioni o donazioni (sebbene la prima appare come la meno probabile).

Un altro elemento che il governo si guarda bene dal toccare sono le conseguenze che la svalutazione della nuova moneta (che si stima sarà attorno al 30%) avrà su asset e depositi, che subiranno la medesima svalutazione. Ad esempio, un conto corrente da 1000 euro riconvertito sarà, nella nuova moneta, l'equivalente di 700 euro.
La sola ipotesi di un'eventuale italexit creerebbe una fuga di capitali e una corsa agli sportelli senza precedenti, con immediata crisi bancaria. Non a caso Savona parlava di uscita coatta.

Sarebbe possibile mantenere i depositi in €uro? Certamente, ma in quel caso sarebbero le banche a fallire. Per una banca le giacenze rappresentano delle passività e i prestiti delle attività. In altre parole, avrebbero uscite in euro ed entrate nella nuova moneta svalutata, con conseguente crisi di liquidità.

E ricomprare il debito detenuto dalle banche per poi monetizzarlo, ossia usare i titoli di stato come vera e propria moneta?
Operazione senza dubbio complicata; l'emissione in sostituzione dei titoli in scadenza potrebbe in linea teorica funzionare per tempi limitati ma sarebbe comunque un'operazione delicata e sinora nessuno al governo l'ha presa seriamente in considerazione.

Nei mesi scorsi si è poi fatto un gran parlare a proposito della cancellazione del debito detenuto dalla BCE, quasi fosse una panacea. Sarebbe possibile? Che lo sia o meno, si parla di una quota pari al 14% del PIL, di certo non risolutiva.

I più integralisti parlano invece di non ripagare i creditori. Questa linea di pensiero è quantomeno insensata, in quanto per farlo sarebbe necessario dichiarare default e questo è, semplicemente, impossibile. Per un fattore molto semplice: i Credit Default Swap (i cosiddetti derivati). Ogni obbligazione statale è infatti usata a collaterale (c.d. "leverage") per circa 20 volte il suo valore e dichiarare fallimento porterebbe al collasso l'intera economia mondiale, ormai in mano alla finanza speculativa. In questo il governo ha ragione: come debitori abbiamo il coltello dalla parte del manico. Ma si tratta pur sempre di una lama a doppio taglio

Un ultimo aspetto da considerare sono le CAC (COLLECTIVE ACTION CLAUSES), strumento voluto da Bruxelles che permette di attuare la ristrutturazione del debito ricontrattando scadenze e interessi di titoli già emessi. È possibile che gran parte dei Titoli di Stato verrà, nel giro di qualche anno, stipulato come CAC il che, potenzialmente, porterebbe ad ulteriore imprevedibilità.

In ultima analisi, il Giappone, spesso preso come esempio. Secondo l'Osservatorio CPI della Università Cattolica del Sacro Cuore, tra i due paesi sussistono numerose differenze: anzitutto, al netto delle attività finanziarie liquide detenute dallo Stato il debito pubblico giapponese scenderebbe al 119%. Inoltre, il 90% dei titoli sarebbe detenuto dai giapponesi stessi (contro il 6% in Italia) che sembrano non abbiano desiderio di diversificare il proprio portafoglio. Da notare inoltre che i paesi avanzati con il tasso di crescita minore sono Italia, Grecia e Giappone, proprio quelli con il livello di debito più elevato.

Come detto nell'incipit, non esiste una soluzione semplice e chi anela l'uscita dall'€uro senza parlare dei sacrifici mente. Molto probabilmente non esiste nemmeno una soluzione per tutti e all'interno di un sistema compromesso la salvezza dipende davvero dalle condizioni e dalle scelte dei singoli.


domenica 4 novembre 2018

4 novembre 1918 - 2018


Una domenica di riflessione e di pensiero a tutti i soldati caduti, feriti, mutilati, alle vite spezzate nell'inutile strage ... vero, abbiamo vinto, ma a che prezzo?




giovedì 1 novembre 2018

LIBIA: EUROPA IN ORDINE SPARSO

Ancora nessuna politica comune sulla Libia mentre perdura il caos istituzionale e militare e la guerra "per procura" fra fazioni sponsorizzate da Francia con quelle dall'Italia ed altre ancora. 

La UE si faccia sentire e coordini una politica comune imponendo embargo alle forniture di armi o abdichi definitivamente al suo ruolo nella politica estera e di difesa comune.