LE BANCHE SONO PIENE DI TITOLI DI STATO, ISCRITTI A LIBRO CONTABILE QUALE LORO CAPITALE. GIÙ IL VALORE E CON MPS GIÀ PERSI (DALLO STATO) 5.5 MLD SU 7 .
CSV lombardia
Enrico Scarpini
(GOVERNO DEL "GAMBIAMENDO", MANOVRA DELLA "GGENDE")
Lo Stato italiano sta perdendo 5,5 miliardi dei 6,9 investiti in Mps. Il decreto per la nazionalizzazione finalizzata al salvataggio pubblico risale al dicembre 2016 e prevedeva una prima ricapitalizzazione da 5,4 miliardi a carico dello Stato (per una quota del 52,18%) e successivamente l’ascesa al 68,24% per 1,5 miliardi nell’ambito del piano di swap bond-azioni a tutela dei risparmiatori detentori delle vecchie obbligazioni. Oggi il 100% della banca vale poco più di 2 miliardi, e il 68,24% in mano al Tesoro corrisponde a circa 1,36 miliardi. Dal rientro alle quotazioni in Borsa avvenuto circa un anno fa (25 ottobre) al prezzo di 4,28 euro per azione, il titolo ha perso il 58% circa del suo valore e, dopo i crolli delle ultime settimane dovuti all’impennata dello spread, le quotazioni si attestano a 1,78 euro. A inizio giugno, quando si è insediato il Governo gialloverde, Mps valeva circa 3 miliardi.
Banche, da maggio in fumo 36 miliardi. Entro inizio 2019 è probabile che la banca e l’azionista Tesoro procederanno alla nomina dei rispettivi advisor per definire il piano da presentare entro giugno a Bruxelles.
Gli ultimi conti semestrali del Monte hanno evidenziato un miglioramento gestionale della banca. Ulteriori rialzi dello spread andrebbero a erodere il Cet1, tuttora sopra ai minimi richiesti. Meccanismo che vale per Mps ma anche per BancoBpm o Ubi Banca, cui il mercato guardava in passato come due possibili aggregatori di Mps.
In questo contesto di generale incertezza sul sistema Italia, servirebbe chiarezza strategica sul futuro del Monte. Lo Stato azionista al 68% e il cda della banca dovranno muoversi all’unisono per presentare entro giugno alla Ue un piano di uscita del socio pubblico. Dopo i proclami elettorali del deputato leghista Claudio Borghi sullo spoil system a Siena, sui destini dell’attuale vertice è sceso il silenzio. Il CEO Marco Morelli ha già fatto sapere al Tesoro di essere disponibile ad andare avanti se c’è piena fiducia da parte del socio di maggioranza. A Roma ufficialmente tutto tace, anche se emissari dei due partiti di Governo continuano a sondare la disponibilità di banchieri interessati al nuovo corso “gialloverde” a Siena.
fonte
ilsole24ore.it
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