27 ottobre 1962
LA MORTE DI ENRICO MATTEI (n. 29/4/1906 ad Acqualagna)
Imprenditore, politico e dirigente pubblico.
Dopo alcuni lavori umili, a trent'anni, aprì a Milano una piccola fabbrica di oli emulsionanti, con la quale riuscì a diventare fornitore delle Forze Armate, e successivamente fondò l'Industria Chimica Lombarda. Dopo la guerra, lo stato lo incaricò di liquidare l'AGIP, creato nel 1926 dal regime fascista, ma Mattei preferì riorganizzare l'azienda e ordinò il proseguimento dell'attività mineraria. Nel marzo del 1946, dai pozzi di Caviaga sgorgò il metano: è il primo di una serie di importanti campi metaniferi, e il gas arrivò nelle case di tutti gli italiani. Nel 1953 venne nominato presidente dell'ENI, ed il parlamento approvò la legge che garantiva all'impresa l'esclusiva nell'estrazione mineraria. Mattei puntava a costruire l'autonomia necessaria allo sviluppo del Paese, in competizione con le "Sette Sorelle", le grandi imprese petrolifere che avevano il monopolio mondiale del petrolio. Trattò direttamente coi paesi produttori: Libia, Tunisia, Marocco, Iran, Egitto, Russia; finanziò anche i movimenti di liberazione in Algeria, creando un nuovo sistema di relazione sull'accordo diretto tra paesi produttori e paesi consumatori.
Il 27 ottobre 1962 Mattei morì insieme a tutti i suoi occupanti, nell'esplosione dell'areo sul quale stava viaggiando, proveniente da Catania e diretto a Linate. Le indagini che seguirono , condotte dall'Aeronautica Militare Italiana e dalla Procura di Pavia sull'ipotesi di attentato, furono archiviate per insussistenza, nonostante la testimonianza di un contadino del luogo che rivelò che l'aereo esplose in volo. Solo nel 1977 queste furono riaperte ed alcuni reperti analizzati con nuove tecnologie. Gli esami portarono alla conclusione che l'aereo era stato dolosamente abbattuto, senza però scoprirne i responsabili.
Qui sotto: Enrico Mattei in alcune foto dell'epoca
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