Intervenendo nelle turbolenze politico-istituzionali di questi giorni, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha ricordato come sia utopistico pensare di essere una isola indipendente ed autarchica nel mondo interdipendente contemporaneo e come i destini di Italia ed Europa siano intimamente legati ... di seguito il testo delle "Considerazioni finali del Governatore" alla relazione annuale 2017, pubblicato proprio oggi.
Di esse, che vi invitiamo a leggere, pubblichiamo questo estratto:
"Il destino dell’Italia è quello dell’Europa. Siamo parte di una grande area economica profondamente integrata, il cui sviluppo determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende. È importante che la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea. Tutti i paesi che ne fanno parte devono contribuire al suo progresso. Nei prossimi mesi saranno affrontate questioni di grande rilievo: la governance dell’Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria."
Non possiamo che concordare con questo approccio ... mercati finanziari e nervosismo già palpabile non possono che portare pregiudizio ai fondamentali economici del paese e scatenare reazioni a catena su scala globale, vista la dimensione considerevoli dell'economia Italiana, che non e' certo la Grecia.
Ora, i problemi sono sempre quelli ... un sistema politico irresponsabile e cinico, specchio fedele di una società civile immatura, litigiosa e fondamentalmente ignorante, non si e' dimostrato adeguato a gestire la transizione del paese dall'orticello di casa al "giocatore" sul piano internazionale che le sfide della globalizzazione e dell'apertura dei mercati avrebbe richiesto. Quel paese "business friendly" che abbiamo già evocato in un nostro editoriale di qualche mese fa, elencando le misure necessarie per rilanciare il paese: abbassare la pressione fiscale, modernizzare la burocrazia; incentivare ricerca & sviluppo; promuovere l'innovazione; cambiare i fondamentali antropologici del privilegiare l'appartenenza al merito / competenza: altro che il rinchiudersi in se stessi in uno splendido isolamento autarchico!
Il tempo e' oramai agli sgoccioli: gli altri partners continentali e gli investitori a questo punto potrebbero accelerare la nostra marginalizzazione politica ed economica, riduzione al contempo dell'esposizione verso il nostro paese (con ripercussioni sui mercati finanziari imprevedibili) e concentrare gli investimenti su teatri meno problematici ... la minaccia e' che prima o poi, quando il rischio sara' sceso a livelli accettabili, siano gli altri a cacciarci di casa, senza neppure il tempo di organizzarci.
E questo indipendentemente dalle capacita' personali e dalla buona volontà individuale di Mattarella, Savona, Cottarelli, Calenda, Renzi, Di Maio/Grillo/Casaleggio, Salvini, Berlusconi ... ognuno specchio a modo suo dell'inadeguatezza conclamata della leadership politica del paese.
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