Non possiamo pretendere di controllare i confini della Libia.
La nostra ormai "vecchia" (2014) proposta consiste nel raggiungere un accordo con uno dei "signori della guerra" locali (facendo una offerta che non si possa rifiutare), limitato ad una striscia di terra lunga qualche km e larga altrettanto dove impiantare un aeroporto, un porto, securizzarla al meglio con l'invio di un dispositivo militare robusto ed allestire un campo da 100-200 mila posti gestito, idealmente, da Unione Europea (ma visto il clima politico generale anche a sola gestione italiana).
Un progetto ambizioso ma se pensiamo i miliardi che stiamo gettando al vento con scarsi risultati e migliaia di morti ogni anno in traversate della speranza, assolutamente ragionevole.
Quelli che si salvano in mare o si recuperano a terra si concentrano la' e si identificano.
- I richiedenti asilo che si qualificano allo stato di rifugiati o le persone che vanno protette per ragioni umanitarie si portano in Europa;
- I c.d. "migranti economici" si ripartiscono per quote ed esaurite le quote si rimandano a casa in qualche modo;
- I terroristi potenziali che cascano nella rete si mettono in condizione di non nuocere.
Non possiamo risolvere i problemi del mondo ma possiamo limitare l'impatto che questi hanno su di noi senza venir meno ai doveri di accoglienza ed umanità ed al rispetto del diritto internazionale che ci devono essere propri.
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