L'amico Alberto Quartaroli ci ha segnalato l'iniziativa della Commissione Europea in materia di limiti di utilizzo dei contanti, che oggi esistono in parecchi stati membri ma applicati in maniera scoordinata. La Commissione Europea ne approfitta quindi per gettarsi a capofitto in una iniziativa non richiesta, non necessaria e non dovuta, adducendo due argomenti chiave:
- Le distorsioni del mercato causate dalle difformità di applicazione (non si capisce a che proposito, visto che il contante e' utilizzato in prevalenza in servizi non commercializzati internazionalmente);
- Il finanziamento del terrorismo, altro argomento specioso in quanto la stessa UE ha dimostrato in un recente rapporto come i flussi finanziari maggiori provengano da altre fonti e viaggino attraverso enormi trasferimenti bancari.
Abbiamo avuto varie volte occasione di rilevare che per noi l'abolizione del contante, con il conseguente controllo pieno ed esclusivo del danaro dei cittadini da parte di governi ed istituti di credito, rappresenta l'anticamera al totalitarismo e quindi ad essa ci opponiamo.
La stessa Commissione fa rilevare come il contante sia il mezzo di pagamento più accessibile e come sia ancora universalmente accettato. Una parte importante dell'opinione pubblica (anche noi) lo considera come costituente della libertà personale. La Commissione rileva anche che, pur non considerando l'uso del contante un diritto fondamentale in se, abolire le condizioni di anonimato che il contante consente può essere visto come una violazione della privacy garantita dall'art. 7 della Carta dei Diritti fondamentali, che può essere limitata solo in accordo ai principi di interesse generale ed in accordo ai principi di proporzionalità di cui all'art. 52 della stessa Carta.
Fra poco si aprirà la consultazione dei cittadini e dei portatori di interessi diffusi su questa iniziativa, che e' presentata non come un divieto generalizzato ma una armonizzazione della legislazione negli stati membri.
La stessa Commissione fa rilevare come il contante sia il mezzo di pagamento più accessibile e come sia ancora universalmente accettato. Una parte importante dell'opinione pubblica (anche noi) lo considera come costituente della libertà personale. La Commissione rileva anche che, pur non considerando l'uso del contante un diritto fondamentale in se, abolire le condizioni di anonimato che il contante consente può essere visto come una violazione della privacy garantita dall'art. 7 della Carta dei Diritti fondamentali, che può essere limitata solo in accordo ai principi di interesse generale ed in accordo ai principi di proporzionalità di cui all'art. 52 della stessa Carta.
Fra poco si aprirà la consultazione dei cittadini e dei portatori di interessi diffusi su questa iniziativa, che e' presentata non come un divieto generalizzato ma una armonizzazione della legislazione negli stati membri.
Come CSV invitiamo i cittadini a partecipare in in massa a questa consultazione una volta aperta (vi informeremo puntualmente), facendo rilevare i pericoli che un bando generalizzato genererebbe.
Poi, si può discutere dalla soglia di pagamento, fermo restando che la detenzione di contante non può e non deve essere soggetta a limiti, specialmente in un periodo cosi' turbolento per il sistema bancario internazionale.
Ulteriori letture:
- Lotta contro il contante: privazione delle libertà individuali, privazione della privacy, ulteriore dipendenza dallo stato.
- Aumento limite pagamento in contanti
- Padoan: alzare il tetto pagamento in contanti non stimola evasione.
- Controllo macroenomico tramite uso moneta elettronica.
società senza contanti ... nel vero senso della parola ... |
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