martedì 15 dicembre 2015

Migranti: le mancanze dell'Italia, l'ipocrisia dell'Europa

In queste ora sono rimbalzate sugli organi d'informazione le notizie provenienti dalla Commissione Europea relativa all'invio di comunicazioni formali all'Italia relativamente al non rispetto di procedure relative alla identificazione dei migranti / richiedenti asilo.

Come al solito, si legge tutto ed il suo contrario ... riteniamo quindi sia il caso di fare un po' di ordine.
  • Il 10 Dicembre la Commissione Europea ha adottato 8 decisioni su infrazioni relative alla trasposizione o attuazione nelle legislazioni nazionali o attuazione delle disposizioni sul sistema europeo di asilo comune. 
  • I destinatari delle decisioni sono Grecia, Croazia, Italia, Malta ed Ungheria.
  • Queste otto decisioni seguono le 40 decisioni del 23 settembre scorso e si aggiungono ad altri 34 casi pendenti.
Nello specifico, la Commissione chiede all'Italia (ma anche a Grecia e Croazia) di mettere in atto la direttiva "Eurodac" (Reg. 603/2013), che prevede l'obbligo di prendere le impronte digitali e trasmetterle al centro dati comuni entro 72 ore, in modo da rendere realizzabile le procedure dalla Convenzione di Dublino (e le nuove disposizioni UE emesse dopo la "crisi" dei mesi scorsi) che prevedono la ricollocazione dei richiedenti asilo fra i vari paesi.

Questa notizia non avrebbe dovuto cogliere di sorpresa gli osservatori ne' tanto meno il governo italiano, visto che lettere di avviso informali erano pervenute ai governi summenzionati  nel mese di ottobre. Non avendo essi fornito spiegazioni convincenti, la Commissione ha quindi inviato queste lettere formali che stanno suscitando tanto fragore ma che sono solo una tappa nella procedura di infrazione e non quindi l'ultimo atto formale.

Ora, avendo chiarito la sequenza degli eventi, non possiamo esimerci dal rilevare che:
  1. Il governo italiano e' nuovamente inadempiente rispetto ad una misura che mira a proteggere la sicurezza dei propri cittadini e di quelli europei, nonché la legittima aspettativa dei migranti / richiedenti asilo di essere messi al più presto nel "sistema" e conoscere in tal modo il proprio destino, in accordo alle convenzioni internazionali vigenti;
  2. Il governo italiano, inoltre, dovrebbe fare chiarezza sul modo nel quale i soldi messi a disposizione della Comunità ed i fondi propri stanziati a questo scopo sono stati utilizzati;
  3. La Commissione Europea dimostra nuovamente di non essere in grado di stare al passo col veloce susseguirsi degli eventi e di svegliarsi solo quando le "emergenze" toccano gli interessi di alcuni paesi ... il meccanismo e' stato infatti avviato con convinzione solo allorquando il flusso dei migranti si e' spostato via terra e quindi alcuni paesi si sono trovati investiti direttamente della marea umana di disperati (e purtroppo alcuni sedicenti tali) mentre ha fatto bellamente spallucce negli anni precedenti, quando il fenomeno interessava il solo Mediterraneo e l'inadempienza di Italia ed altri paesi rivieraschi poteva essere usata come comoda scusa per rifiutare l'applicazione piena ed incondizionata della Convenzione di Dublino (si veda la questione del blocco delle frontiere francesi).
Insomma, la solita brutta storia, dove non si capisce esattamente il diverso grado di colpevolezza ma si può dire con certezza che non esistono innocenti.

Noi di CSV sul tema abbiamo nel corso degli anni speso fiumi di inchiostro ... ricordiamo solo che la questione delle impronte era stata ridiscussa e confermata anche nel famoso "piano d'azione in 10 punti della Commissione Europea sulle migrazioni" dello scorso Aprile (il link porta all'editoriale di CSV del 21 Aprile 2015) ed abbiamo più volte riaffermato la necessita' di una linea di fermezza rispetto al fine supremo di salvare vite umane ed al contempo assicurarsi l'identificazione per quanto possibile sicura e veloce di chi entra nel nostro territorio e nello spazio Schenghen, nell'interesse di tutti: dei richiedenti asilo che cercano solo rifugio e protezione; dei cittadini italiani che si aspettano solo che il proprio governo garantisca la loro sicurezza; del personale civile e militare impegnato nelle operazioni di salvataggio, che vedono la propria onorabilità ed il proprio sforzo messi a repentaglio dal lassismo e dall'insussistenza della macchina burocratica.

In queste condizioni ed alla luce dei recenti attentati in Francia, limitarci alla richiesta di dimissioni del ministro dell'interno Alfano ci pare anche troppo riduttivo ... chiediamo una presa di coscienza immediata da parte del governo nella sua collegialità: o un piano credibile ed attuabile velocemente oppure farsi da parte ... non esiste una terza opzione.

Rimandiamo anche alla lettura dei seguenti editoriali di CSV per una visione più' ampia del tema:

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