lunedì 4 maggio 2015

Question time: desta preoccupazione l'acquisto da parte di cinesi di marchi storici italiani

     
    Giuseppina D'andrea Scusa Massimo magari non è proprio in linea con il discorso ...ma sono molto preoccupata di questa espansione cinese nel rilevare aziende storiche e grandi marchi occidentali tranquillizzandoci con il sostenere che verranno conservate ..diciamo le caratteristiche basi di queste strutture , ma non dimentichiamoci che non è nelle loro caratteristiche avere delle basi etiche di produzione nel rispetto ne dell'ambiente e tantomeno degli esseri umani, per loro contano solo i numeri ...quelli che convengono a loro

     
    Massimo Bernacconi Ciao Giuseppina, ne abbiamo parlato in altri post, ad esempio:
    In estrema sintesi, le scuole di pensiero sono due:
    1. Meglio venderle che farle chiudere (es. Lamborghini)
    2. Mantenere l'italianità a tutti i costi anche facendole produrre in perdita (es. Alfa Romeo sotto gestione Prodi IRI, Alitalia ma poi abbiamo visto com'è finita)
    Ora, francamente sono per l'opzione 1, visto il pregresso e visto che le normative sugli aiuti di stato sono diventate cosi' penalizzanti che alla fine non sono sostenibili e giustificabili. La seconda opzione si può e si deve applicare solo in limitatissimi settori strategici (equipaggiamenti militari sofisticati, altissima tecnologia) e per proteggere " l'industria nascente" in nuovi settori produttivi.

    Gli standard minimi per chi vuole operare in EU o Italia sono gli stessi, indipendentemente dalla proprietà, certo cambia la cultura d'impresa ed occorre adattarsi.

    Detto questo, la preoccupazione rimane vista l'assenza di una visione chiara e condivisa relativamente al mantenimento (non parlo neppure più di sviluppo, figuriamoci) del livello economico ed industriale del paese.

    In conclusione, ogni storia fa caso a se, va accuratamente valutato l'impatto di qualsiasi soluzione si voglia intraprendere ed assolutamente non mollare mai sui valori fondativi dell'imprenditoria, ma quella sana e vera, non quella clientelare ed asservita ad interessi politici.

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