martedì 9 dicembre 2014

Aumento IVA e prelievo forzoso. Alcuni numeri per cercare di capire

Nel consueto clima di incertezza e disinformazione reciproca, si susseguono le voci relative all'incremento dell'IVA (confermata nel testo della legge di stabilita' ora all'esame del Senato) e la prospettiva di un possibile prelievo forzoso sui conti correnti (ancora a livello di pura speculazione).

Ma andiamo con ordine, iniziando dall'aliquota IVA in Italia. Dalla sua introduzione nel 1973, essa ha conosciuto solamente aumenti, come evidenziato dalla tabella sottostante:

1973: 12%
1977: 14%

1980: 15%
1982: 18%
1988: 19%
1997: 20%
2011: 21%
2013: 22%


Quello che ci aspetta per il futuro prossimo e' contenuto, come già ricordato poc'anzi, nel t
esto del decreto sul patto di stabilita' ora all'esame del Senato, all'Art. 45, § 3., che riportiamo di seguito:

Fermo restando quanto previsto dall’articolo 18 e fatti salvi i provvedimenti normativi di cui al comma 4:
a) l’aliquota Iva del 10 per cento è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1° gennaio 2016 e di ulteriori un
punto percentuale dal 1° gennaio 2017;
b) l’aliquota Iva del 22 per cento è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1° gennaio 2016, di un ulteriore punto percentuale dal 1° gennaio 2017 e di ulteriore 0,5 punti percentuali dal 1° gennaio 2018;

Quindi, facendo qualche calcolo elementare:
2016: 22+2 = 24%
2017: 22+2+1= 25%
2018:
22+2+1+0.5 = 25.5%


Non crediamo occorra commentare oltre. ***

Rispetto al tema del paventato prelievo forzoso, ricordiamo che il precedente del 1992 (governo Amato) fu limitato ad un mero (ancorché odioso) 0.6%. A quanto potrebbe / dovrebbe ammontare il nuovo prelievo? Dipenderà tutto dagli obbiettivi, ma possiamo cercare di dare una idea di massima del fabbisogno massimo, nella peggiore delle ipotesi possibili per il contribuenti.
 

Si considerino i seguenti dati
(valori approssimativi per facilitare i calcoli) :
  • il valore complessivo dei depositi si aggira sui 1500 miliardi di euro;
  • Il debito pubblico e' superiore al valore dei depositi ed ammonta a circa 2 mila miliardi di euro, pari a circa il 140% del PIL .
Se volessimo per assurdo rientrare nei parametri del patto di stabilita' (vale a dire debito < 60% PIL), avremmo bisogno di circa 1150 miliardi, vale a dire occorrerebbe un prelievo forzoso del 76% dei depositi bancari di famiglie ed imprese.

Queste scarne considerazioni da sole crediamo siano sufficienti per fornire una idea sull'enormità del problema.

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