martedì 4 novembre 2014

La giustizia negata e la voglia di facili vendette "fai da te"

Indipendentemente da chi fossero i protagonisti di queste vicende (Cucchi, Aldrovandi ed altri sventurati) quello che e' inammissibile e' che un cittadino muoia in circostanze assolutamente oscure mentre e' sotto la custodia o tutela delle "istituzioni" (le forze di pubblica sicurezza, il sistema sanitario, la scuola, etc).

Quando poi, come nel caso Cucchi nessuna sentenza di colpevolezza viene emessa contro alcuno e nessun provvedimento amministrativo e' comunque preso stato preso nei confronti di chi, a vario titolo, è intervenuto nella drammatica vicenda, sale la  voglia di giustizia sommaria, di "tribunali del popolo".

Ora, se questa e' la soluzione che una parte dell'opinione pubblica auspica, preferirei francamente darmi alla macchia perché non credo nell'assemblearismo, nei demagoghi che spacciano le loro manipolazioni per la volontà popolare, nelle "folli folle" con le fiaccole ed i forconi (ed a volte anche i cappucci).

Ancora, non credo nei tribunali del popolo, nei tribunali speciali, nei soviet, nella rieducazione di stampo maoista, nella ipocrisia sociale di una società tribale che dovremmo esserci lasciati alle spalle già secoli fa con l'illuminismo.

Quello che al limite può rimanere e' una forma di riprovazione sociale, di ostracismo diffuso che si può applicare, che so, a personaggi che rappresentano nell'immaginario collettivo il prototipo dell'empietà e per il quale le responsabilità sono ben definite al di la' di ogni ragionevole dubbio e del risultato del procedimento giudiziario, ma non e' facile delimitare con certezza queste situazioni.

Ancora, si lascerebbe all'opinione pubblica l'onere di giudicare "in nome del popolo sovrano", quando questa può essere agevolmente manipolata e fare apparire degli emeriti delinquenti come degli eroi e dei poveracci dei perfetti mostri da dare in pasto alla folla urlante o al boia (cfr. Gesù vs Barabba).

No, la giustizia si deve amministrare nelle aule dei tribunali, non per le strade ... non possiamo permetterci questo rischio.


E qualora la giustizia sia manifestamente iniqua, inefficiente e corrotta, come sembra essere il caso in questo periodo storico?

Si riparta allora dai fondamentali: nella folla urlante non ci vedo nulla di meglio, preferisco lavorare per riformare il sistema dello stato di diritto piuttosto che affidarmi agli umori delle folle: la convivenza si basa su un contratto sociale che va rispettato, quando questo non e' il caso, si vanno a vedere le carte ed il più forte o influente decide sull'interpretazione.

Ed in questo frangente storico, vista la scarsa qualità intellettuale e l'assenza di visioni alternative credibili non ci sono scappatoie "risk free".

O si entra nel gioco e si partecipa alla "circolazione delle élites" in rappresentanza di interessi ben definiti e circoscritti (come sono stati nella storia la "borghesia" o "il proletariato") o e' meglio abbozzare e lasciare perdere.

Si, credo nella rappresentanza e nell'articolazione degli interessi. La democrazia diretta la lascio alle riunioni di condominio.


Massimo Bernacconi


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