E' vero, ad ISIS dobbiamo riconoscere che e' riuscito a mettere tutti
d'accordo nel considerarlo un chiaro caso di "male assoluto" da
estirpare.
E per questo motivo non possiamo che tirare un sospiro di sollievo alla notizia che gli USA hanno iniziato a bombardarne le posizioni (aspettando comunque che in difficoltà fossero i Curdi, che in questi anni sono stati in ottimi rapporti con Washington e, abbastanza inaspettatamente, con la stessa Turchia).
Ma non per questo dobbiamo considerare gli USA alla stregua
del cavaliere senza macchia e senza paura che interviene a salvare la
fanciulla in pericolo dal drago cattivo ... in questo momento il massimo
che possiamo riconoscergli e' di stare cercando di riparare al disastro
che essi stessi hanno creato invadendo l'Iraq. Per non parlare di quello che sta succedendo in Siria.
Ancora
una volta appare evidente come se, al posto di intervenire militarmente contro il regime di Baghdad (e di gettarsi nel buco nero della rivolta contro il regime di Damasco), questi anni sarebbero stati meglio spesi se volti alla creazione di una classe politica moderna, sufficientemente democratica e
motivata alla creazione di uno Stato multietnico.
Si sono cercate invece comode scorciatoie per rimpiazzare l'ormai l'ingombrante Saddam con un
governo compiacente per i propri affari, visto che una classe politica nazionale consapevole ed eticamente solida probabilmente non sarebbe stata sufficientemente accomodante con i desiderata di Washington o forse, nella paranoia seguita all'undici settembre 2001 si voleva proprio il caos per deviare le attività "terroristiche" dal suolo USA ad un qualunque altro luogo nel mondo.
Quale sia la verità, certamente non saremmo ora arrivati a
questo punto.
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