La "crisi" parte dall'apertura del mercato comunitario interno ... parte della media e grande industria italiana (parte, non tutta e certamente non la piccola impresa) aveva vissuto fino ad allora in regime "protetto", in situazioni di monopolio o oligopolio, non avendo quindi nel suo DNA la capacita' di investire e rinnovarsi per competere sui mercati internazionali, entrandovi solo quando le spalle coperte in patria permettevano avventure industriali esotiche.
Questa debolezza culturale e strutturale, unita ad un contesto politico, istituzionale normativo ed, ancora, culturale diffidente quando non contrario alla libera impresa ed alla libera iniziativa privata ha fatto si che subentrasse stanchezza e crisi di identità ed idee, con conseguente cessione ed incasso del malloppo da parte soprattutto nelle nuove generazioni che avevano esaurito la spinta e la motivazione dei fondatori e dei prosecutori delle industrie di cui sopra.
Questa debolezza culturale e strutturale, unita ad un contesto politico, istituzionale normativo ed, ancora, culturale diffidente quando non contrario alla libera impresa ed alla libera iniziativa privata ha fatto si che subentrasse stanchezza e crisi di identità ed idee, con conseguente cessione ed incasso del malloppo da parte soprattutto nelle nuove generazioni che avevano esaurito la spinta e la motivazione dei fondatori e dei prosecutori delle industrie di cui sopra.
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