Prima Berlusconi ed ora Beppe Grillo / M5S.
Premesso il giudizio politico, storico ed umano profondamente negativo dello scrivente sulla parabola del potere di Silvio Berlusconi, pare che per sopravvivere alcuni partiti ed i loro ciclostili (ok, principalmente un partito, il Pd ed il suo strillone, La Repubblica) debbano creare nemici veri o
presunti contro i quali gettare i propri strali, inveire per coprire le
proprie manchevolezze, scatenare una caccia alle streghe invece di pensare seriamente a riformarsi (o all'eutanasia) e selezionare una migliore classe dirigente.
Orfani del re dell'avanspettacolo di Arcore, la palma dell'untore passa quindi al buffone di corte novello Savonarola che risponde al nome di Beppe Grillo ed ai suoi seguaci, i "Piagnoni" contemporanei che si sono aggregati sotto le bandiere del M5S (Movimento 5 Stelle).
E da quali pulpiti arrivano queste prediche? Nientepopodimeno da alte autorità morali che rispondono al nome di Massimo D'Alema o della "pasionaria" Rosy Bindi, ex gruppo dirigente dalla defunta "Margherita" (si, proprio quella di Lusi) ed in quanto tale accusata dai malpensanti di essere percettrice di fondi a sua insaputa !!!
Sulla fenomenologia di Beppe Grillo e dei suoi adepti, sul ruolo di Casaleggio, etc si possono scrivere trattati. Ma ciò non toglie che la classe politica di governo degli ultimi (20? 50? 150?) anni non sia stata in grado (ne' lo e' attualmente) di dare risposte credibili e conclusive ai problemi dell'Italia, che dall'Unita' in poi si ripresentano sotto nomi, forme e sfaccettature diverse (questione meridionale, mafia, corruzione povertà, questione "romana", leggi "ingerenza della Chiesa", etc etc).
Per essere degni di essere chiamati classe "dirigente" occorre "dirigere", non nel senso di imporre soluzioni autoritarie come auspicherebbero coloro che agitano i fantasmi del "pericolo anarchico", ma nell'accezione di trasmettere visioni del futuro, sogni ed idee, cosa che ben pochi sono in grado di fare, fra le mummie depositarie di un potere autoreferenziale ed ipocrita (visto che poi alla fine non sono certo loro che comandano) sia in Italia che (purtroppo) in Europa.
E qui occorre riagganciarci alla ragione d'essere della nostra battaglia: fornire a tutti coloro che ne hanno la voglia, l'energia, le idee e le capacita' di poter concorrere ad armi pari nel processo di costituzione della élite politica del nostro paese. M5S nel suo piccolo, fra molte contraddizioni, lo sta facendo (non perché i suoi dirigenti siano migliori degli altri, ma perché in questo sta il loro "core business"). Altri partiti si sono proposti questo obiettivo nella loro carta fondativa (es. IDV). Che anche i rimanenti, più grandi e strutturati, si muovano in questo senso se non vogliono sparire, come direbbe Grillo, nel "fragore di un peto".
Per concludere, citiamo le pagine del filosofo a noi caro, Federico Nietzsche
"Esiste una morale dei signori e
una morale degli schiavi. [...] Lo schiavo non vede di buon occhio le
virtù dei potenti: è scettico e diffidente, ha la raffinatezza della
diffidenza per tutto quanto di "buono" venga tenuto in onore in mezzo a
costoro, vorrebbe persuadersi che tra quelli la stessa felicità non è
genuina."
Nell'Italia del 2012 la morale degli schiavi e' solamente "falsa ed ipocrita", visto che le virtù della pietà, la mano compiacente e soccorrevole, il calore del
cuore, la pazienza, l’operosità, l’umiltà e la gentilezza non sono poi messe in pratica da coloro i quali le predicano e poi si crogiolano in decenni di ozi parlamentari e camarille di corte.
Il sistema elettorale (sia esso "Porcellum", "Italicum" o "Rosatellum") da solo non basta per garantire la parità dei candidati alle elezioni, in quanto e' fondamentale un accesso libero e costante ai mezzi di comunicazione di massa tradizionali. Crediamo che la questione tocchi molti di voi e vi invitiamo a partecipare alla discussione e far vivere questo blog, che vorremmo aprire ai contributi di tutti, dando a chi lo richieda i diritti di postare le sue riflessioni su questo tema.
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Articolo interessante, ma alla fine Grillo è un fenomeno positivo o negativo? Dall'articolo non si evince una posizione.
RispondiEliminaGrillo rappresenta, dal punto di vista culturale, l'esatto opposto di Nietzsche, non si può leggere nella logica greca del Katalogos. Grillo è l'incarnazione della società "reticolare" dove lo schema gerarchico non trova più luogo, non funziona, non serve a nessuno.
Nella società proposta dai grillini la morale è unica non divisa fra chi ha e chi non ha. Questa è la vera forza di una novità che è solo novità dei nostri tempi, novità già sperimentata dalla storia ma spesso affogata nel sangue. Esempi storici? Tanti, tantissimi: Barbarossa, Machiavelli, Bismarck. Solo per citarne alcuni.
Il fenomeno Grillo non e' ne' positivo ne' negativo in senso assoluto, e' semplicemente figlio del suo tempo, esprime delle istanze della societa' civile e quindi in quanto tale ha diritto di rappresentarle ed articolarle in chiave politica. La mia critica e' espressa nei confronti di coloro i quali si ergono a suoi giudici senza farsi prima un esame di coscienza.
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